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Esempio di Documento 15 maggio

 

Liceo classico L. Ariosto Ferrara     Anno scolastico 2007-2008
Classe 5 Q (indirizzo di Scienze sociali)
Documento finale del Consiglio di classe
 
 
La classe e la sua storia 

La classe quinta Q, attualmente composta da 23 elementi (19 femmine e 4 maschi) tutti provenienti dalla precedente quarta, si è profondamente modificata, specie durante il biennio, nella  composizione, come appare evidente dalla tabella allegata a conclusione del documento.

Nei primi due anni il percorso è stato particolarmente travagliato e accidentato. La prima classe, composta da 29 studenti, si è presentata con un livello di partenza medio-basso, attestato dai  giudizi finali ottenuti nelle diverse scuole medie e dai primi riscontri, relativi ai prerequisiti e alla motivazione allo studio, ottenuti nella fase di “accoglienza”, cui sono sottoposti tutti gli alunni delle prime classi del nostro Istituto.

Nel corso del primo quadrimestre è andato delineandosi un quadro generale piuttosto preoccupante non solo relativamente alle conoscenze, ma anche per ciò che riguarda il metodo di studio e la capacità/volontà di concentrazione. I docenti, infatti, hanno riscontrato, in un gruppo consistente di studenti, numerosi problemi dovuti ad una preparazione di base decisamente inadeguata e fortemente diversificata nelle carenze. A ciò va aggiunto il progressivo delinearsi di un atteggiamento scolastico poco consapevole, sia per quanto riguarda l’attenzione in classe e l’applicazione nel lavoro assegnato per casa, sia per quanto concerne  la capacità di dare senso a ciò che si cercava di costruire e veicolare.

La situazione emersa ha suggerito al Consiglio di classe di lavorare ponendosi come prospettiva lo spazio del biennio; ciò ha reso possibile procedere in modo graduale e, al tempo stesso, il più possibileapprofondito e individualizzato, proprio per consentire ai tanti studenti in difficoltà di colmare le proprie lacune e, soprattutto, maturare un diverso approccio al lavoro scolastico. Occorre precisare che, in questa delicata fase, fondamentale e costruttivo è stato il sostegno delle famiglie degli alunni e degli stessi studenti, che, in numero sempre maggiore, hanno iniziato a prendere coscienza non solo delle rispettive problematiche personali ma di quelle della loro classe, divenendo responsabilmente solidali.

Naturalmente, al termine del biennio non tutte le carenze, sui diversi piani ma soprattutto su quello delle competenze disciplinari, erano risolte e questo ha determinato  la promozione con debiti formativi di dodici alunne/i, la promozione di tredici e la non ammissione all’anno successivo di tre unità. Tra gli ammessi con debiti formativi, due, che erano stati più volte indirizzati verso altri tipi di istruzione secondaria, si sono iscritti in altri istituti. 

Nel terzo anno di corso la classe ha dimostrato, fin dai primi giorni, vivace  e fattiva partecipazione ad ogni attività proposta e i singoli alunni hanno iniziato, tutti, a potenziare le abilità, – ancora fragili, in diversi casi - in ogni ambito disciplinare ad eccezione di matematica. A questo punto del percorso, infatti, sono emerse in modo più vistoso le lacune e le difficoltà relative a questa materia che, per un discreto numero di allievi/e, costituisce un problema non ancora del tutto risolto. Nonostante le tante iniziative prese, sia dalla scuola (“sportello”) e dal Consiglio di classe (confronto tra gli studenti e il docente), sia individuali (ripetizioni private), il rendimento nella disciplina è rimasto, per buona parte degli/le alunni/e, al di sotto della sufficienza in occasione di molte prove e anche i progressi eventualmente conseguiti si sono, talvolta, rivelati effimeri. Nelle altre aree disciplinari, invece, ha iniziato a profilarsi un gruppo di studentesse e studenti la cui preparazione lasciava presagire gli ottimi risultati attuali.

Le attività di stage, che connotano il triennio di questo indirizzo di studi, hanno catalizzato tutti gli studenti; sono state vissute ed interpretate sempre nel modo più corretto e proficuo, oltre che, quando opportuno, con umorismo. Questi momenti, oltre ai tradizionali viaggi di istruzione, hanno contribuito ad unire ancor di più gli studenti tra loro, tanto che oggi essi danno corpo al significato più profondo del termine “classe”.   

Il lavoro di cooperazione tra le diverse componenti del Consiglio di classe, cui accennavo all’inizio, non è mai venuto meno  e ha consentito di creare un clima di fiducia reciproca tra studenti, professori e genitori. Infatti, anche quando si sono profilati problemi con qualche docente, a causa delle difficoltà incontrate sul piano disciplinare, essi sono stati affrontati dagli studenti in modo costruttivo, sebbene non risolutivo, e non hanno mai intaccato il rapporto umano con l’insegnante.

 
Il progetto e le programmazioni 

Coerentemente con quanto riportato sulla storia della classe, la programmazione nel biennio è stata focalizzata su alcune abilità di base indispensabili per impostare successivamente un proficuo lavoro. Si è insomma insistito sull’importanza dei basic skills, cioè la capacità di ascolto, di leggere e comprendere il significato di un testo, di esprimere con chiarezza un concetto, di potenziare le competenze lessicali, di comprendere l’importanza della collaborazione con compagni e insegnanti e di mostrarsi motivati e puntuali nel rispetto delle consegne.

Inoltre, trattandosi di una classe che manifestava problemi di scarsa propensione allo studio sistematico, si è reputato opportuno fare leva sulla motivazione nei confronti delle proposte provenienti dall’ambito culturale. Per conseguire questo obiettivo si è insistito sui seguenti comportamenti:

  • trovare il senso di ciò che si stava facendo, chiedersi il “perché”;

  • mantenere continuità nelle conoscenze e nelle procedure acquisite, richiamando contenuti appresi e potenziando abilità di studio;

  • curare la presentazione dei lavori (scritti e orali) sul piano della forma e della sostanza. 

Nel triennio, invece, in sintonia con il “Progetto del Liceo delle Scienze sociali” della nostra scuola, si è disegnata una progettazione che, da un lato, mantenesse la continuità con il biennio e, dall’altro, potesse aprire a forme più sistematiche nell’approccio alle discipline.

Si è insomma partiti da due convinzioni di fondo: la prima, di derivazione popperiana, che nella realtà noi incontriamo problemi che vanno affrontati attraverso una serie di tentativi per prova ed errore che debbono poter essere falsificati dall’esperienza, la seconda, di ispirazione bruneriana, secondo cui le discipline didattiche sono metodologie di rappresentazione e quindi di ricerca, e l’acquisizione delle loro strutture ci serve per comprendere e operare nella realtà.

In questo modo ogni disciplina poteva/doveva muoversi su tre livelli: quello del proprio statuto, quello dell’integrazione con altri saperi e quello dell’orientamento su temi o esperienze (si vedrà in seguito l’esperienza di stage formativo) più collegate alla pratica e alla realtà esterna. Viene in questo modo giustificata la necessità di un approccio integrato ai problemi culturali e sociali, e di una cura specifica per la costruzione di un abito mentale attento alla relazione con se stesso e con l’altro.

Il Consiglio di classe ha quindi cercato di individuare, per ogni anno del triennio, un percorso capace di coinvolgere intellettualmente ed emotivamente gli/le alunni/e.

Durante il terzo anno il tema prescelto è stato: “La costruzione sociale dell’identità”. Questo argomento pareva infatti offrire il vantaggio di essere in sintonia sia con l’età anagrafica della classe (l’adolescenza è un momento assiale per la costruzione/definizione dell’identità, vedi, tra i tanti, E. Erikson), sia con l’attuale momento storico, caratterizzato da incontri, contatti e migrazioni, al punto che si può parlare di slittamenti e ibridazioni culturali e, per contro, di irrigidimenti etnici e locali, così come segnalato da Roland Robertson, che ha proposto il fortunato termine glocalization. A questo proposito lo stage formativo di Baby observation presso le scuole dell’infanzia, come esperienza teorico-pratica di osservazione di bambini/e come specchio di sé, si è sposato felicemente con l’obiettivo di ricercare per gli/le alunni/e una “coerenza longitudinale”, una trama storica nella propria identità.

Nel quarto anno, in conformità con quanto scritto nel “Documento del gruppo di lavoro per l’indirizzo di Scienze sociali” (Roma, 2000), si è iniziato ad affrontare la lettura critica del mondo contemporaneo attraverso l’acquisizione di strumenti concettuali e di tecniche per organizzare le conoscenze. Dato che “dare valore alla contemporaneità esige che si risalga alla genealogia degli avvenimenti e che si assumano i diversi contesti temporali in cui si collocano fenomeni ed eventi: esige pertanto che si esplori il passato, anche per filtrare il flusso delle informazioni che ci assalgono freneticamente per analizzarle, sceglierle, collegarle al fine di conferire loro senso e significato”, il Consiglio di classe ha individuato come tema del percorso pluridisciplinare “Le radici della modernità”. Per facilitare la traduzione didattica di un tema così complesso, si sono quindi individuate alcune parole chiave che potessero servire da struttura e mappa orientativa:

  • Nascita e sviluppo dello Stato moderno;
  • Razionalizzazione;
  • Identità/soggettività;
  • Cambiamento.
Proprio sulla nascita e sullo sviluppo dello Stato moderno si è incentrata l’interpretazione della modernità, vista la sua importanza come “volano” della modernizzazione, delle trasformazioni del vivere sociale e del mutamento del suo ruolo politico. E il mutamento del ruolo politico dello Stato è servito a individuare e preparare lo stage formativo presso le associazioni/cooperative che operano nel Terzo settore. Di fronte alla crisi finanziaria, organizzativa e di legittimità dello Stato sociale e al contemporaneo manifestarsi di nuove emergenze e nuovi bisogni, le/gli alunne/i hanno potuto verificare la progressiva affermazione del mondo del volontariato organizzato, dell’associazionismo sociale e delle cooperative di solidarietà che finalizzano la loro attività non alla produzione di utili economici, ma alla soluzione di problemi sociali.
Nel quinto anno, infine, il Consiglio di classe si è mosso in continuità con quanto già avviato l’anno precedente e il percorso pluridisciplinare si è incentrato su “La modernizzazione e le sue contraddizioni”. La modernizzazione prima, e la globalizzazione poi, vengono infatti recepite dagli studiosi di scienze sociali come fenomeni contraddittori e problematici, fonti di cambiamenti traumatici, che suscitano tensioni e conflitti di particolare intensità e, se non letti in modo al tempo stesso analitico e globale (vedi E. Morin, ma ben prima anche B. Pascal), possono confondere la complessità  con il caos e l’anarchia.
Proprio la consapevolezza “della complessità della complessità” (Morin), ha portato il Consiglio di classe a privilegiare alcuni criteri di lettura, individuando in certe antinomie le chiavi per procedere ad una interpretazione  del percorso che, senza scioglierne la problematicità, ne possano circoscrivere le difficoltà. Essi sono: a) l’antinomia identità/diversità come chiave di lettura nell’ambito storico, politico, sociale e filosofico; b) l’antinomia integrazione/marginalità come chiave di lettura nell’ambito sociale, letterario, artistico, giuridico e psicologico; c) l’antinomia natura/cultura come chiave di lettura nell’ambito scientifico e sociale.
Si sono quindi individuati alcuni temi che, per la loro rilevanza, sono centrali nel dibattito sociale e al cui interno vive un processo di continua e problematica ridefinizione. La contemporaneità, infatti, ripropone con forme diverse i problemi ereditati dal passato che, in sintonia con l’indirizzo, possono essere focalizzati su formazione/educazione (tema rivolto soprattutto alla preparazione della seconda prova dell’esame di Stato), lavoro, integrazione/marginalità, famiglia, rapporto spazio/tempo.
Questo percorso ha prospettato, secondo i docenti del Consiglio di classe, un duplice vantaggio:
  1. di coinvolgere al suo interno un numero consistente di saperi che, nella rispettiva autonomia, possono intessersi tra loro fornendo squarci di significatività;
  2. di gettare uno sguardo su una contemporaneità che pare connotata da processi che si possono definire con alcuni termini come globalizzazione, complessità, flessibilità, perdita di identità collettiva, ma insieme anche di bisogni di riconoscimento più individuali, culturali, religiosi, etnici e sociali.
Anche in questo caso la programmazione didattica è stata integrata dallo stage formativo, dal titolo “Percorsi nella società complessa”, che si è svolto in ambiti differenziati, ma tutti in sintonia con l’articolazione dei temi in cui si è declinato il percorso pluridisciplinare.
 
Lo stage formativo 

L’esperienza di stage, così come scritto nel Piano dell’offerta formativa della nostra scuola, “rappresenta il richiamo alla dimensione pratico-operativa. Coniuga il sapere e il fare, ovvero le conoscenze e la loro messa in gioco in settori della realtà sociale. Consente all’allievo/a una riflessione su se stesso/a, sulle proprie capacità relazionali, e lo riorienta rispetto alle future scelte di studio e di lavoro”.

Lo stage, insomma, è conoscenza e azione. E la conoscenza nell’ambito delle Scienze sociali, è un flusso in continua evoluzione, capacità di plasmarsi su una società in rapidissima trasformazione. Per questo motivo, lo stage formativo non si può considerare un elemento estrinseco al curricolo, al contrario ne fa parte integrante, poiché da un lato riaccorpa le discipline sui problemi della realtà, dall’altro le misura sull’esperienza concreta.

Il riferimento, in questo caso, è la riflessione di Howard Garder, in particolare il suo studio “Formae mentis”. Lo stage, infatti, consente di esplicitare, da parte delle/gli alunne/i, altre forme di intelligenza, altri livelli di rapporti sociali e istituzionali di norma esclusi dalla scuola. E contribuisce, quindi, a mettere in luce capacità nascoste, a fornire occasioni non solo di conoscenza, ma anche di prova, di impegno e responsabilità individuale e di gruppo.Proprio per questa ragione, a seguito delle attività svolte durante lo stage, le/gli studentesse/enti sono state/i invitate/i ad  elaborare, oltre al tradizionale “diario di bordo”, le riflessioni personali sull’esperienza vissuta. I lavori, soprattutto quelli relativi al quarto e al quinto anno, sono risultati particolarmente significativi, dando conto dell’incisività dell’approccio con realtà spesso insospettate per giovani di questa fascia d’età. In alcuni casi, le riflessioni hanno rivelato aspetti, anche cognitivi oltre che di sensibilità personale, che non erano riusciti ad emergere nella quotidianità del lavoro scolastico.

  • Nel terzo anno lo stage di “Baby observation”, si è proposto l’ambizioso obiettivo di osservare se stessi nell’ “altro bambino”. Obiettivo ambizioso si è detto, perché se già guardarsi è operazione ardua, osservarsi è compito che non coinvolge soltanto la percezione/cognizione ma pure la dimensione emotivo/affettiva e obbliga a spogliarsi di false sicurezze, luoghi comuni e stereotipi sociali. Si è chiesto insomma agli alunni/e di operare una bonifica dello sguardo, di renderlo in qualche modo simile a quello di uno straniero, che vede le cose come se fosse la prima volta e in questo modo diviene capace di rintracciare analogie, connessioni e rispondenze inaspettate. E tutto questo su di sé, per ritrovarsi alla fine sicuramente con meno certezze, ma anche certamente più liberi e consapevoli.
  • Nel quarto anno lo stage formativo “Il Terzo settore, come rispondere ai bisogni” si è svolto, come già detto, presso le associazioni/cooperative del privato sociale. L’obiettivo, in questo caso, era l’osservazione dell’ “Altro”. Quell’ “Altro” con cui non si è soliti incrociare lo sguardo: l’anziano istituzionalizzato, il minore a rischio, il mondo del degrado fisico e sociale. Senz’altro una situazione estraniante e faticosa, ma generatrice di esperienza. Perché l’esperienza, quando è vera esperienza, è sempre incontro con l’alterità. Se, come pare, nel prossimo futuro verranno richieste alle persone attitudini quali lo spirito di esplorazione, di intraprendenza e creatività, le buone capacità di autocontrollo emozionale e di applicazione, e anche la capacità di lealtà e cooperazione aperta, l’esperienza di stage formativo presso il Terzo settore è stato, probabilmente, un buon punto di partenza per la ridefinizione di sé.  
  • Nel quinto anno, infine, lo stage formativo “Percorsi nella società complessa”, si è articolato in ambiti differenziati, ma tutti in sintonia con i temi proposti dal percorso pluridisciplinare. L’obiettivo, a conclusione del ciclo scolastico, si è così spostato sull’osservazione della contemporaneità complessa: sul mondo del lavoro (Berco), sui tentativi di reintegrazione (Comunità Exodus), e sugli interventi di supporto a coloro che Bauman definisce “gli scarti della globalizzazione” (Caritas),  nonché sulla conoscenza del territorio (Azienda agricola biodinamica Dalle Molle) e dell’ emergenza rifiuti sul piano ambientale, gestita dal Dott. Gasparini. Su espressa richiesta della classe, che nell’anno scolastico precedente aveva proficuamente seguito un corso di approfondimento sulla prevenzione e sulla cura del cancro, tenuto da personale medico e paramedico afferente all’ADO, si è fatta pressione presso l’associazione, perché accettasse di accogliere per lo stage un gruppo di quattro studentesse. La Prof.ssa Petresi è riuscita a vincere le titubanze dei responsabili, preoccupati che il contatto con malati terminali risultasse troppo forte per ragazze poco più che adolescenti. L’esperienza è stata certamente vissuta con viva partecipazione e emozione, ma nel modo più costruttivo, fermo e consapevole possibile, come è dimostrato dalle riflessioni personali prodotte dalle studentesse. 

Quindi: Sé, “Altro” e Contemporaneità. Tre modi per osservare e osservarsi, tre esperienze che dal micro portano al macro, un viaggio senz’altro impegnativo, ma, se vissuto consapevolmente, senz’altro affascinante.

 

Gli obiettivi e la metodologia 

Il progetto didattico e le programmazioni sopra esplicitate, vista la centralità del percorso pluridisciplinare, hanno fatto riferimento e hanno insistito su tre obiettivi trasversali:

  • il potenziamento della produzione di testi scritti e comunicazioni orali coerenti, coesi e appropriati a contesti e compiti;

  • il saper utilizzare dati riconoscendo connessioni e effettuando comparazioni all’interno dei temi affrontati nei diversi ambiti disciplinari e tra discipline affini (aggregazione dei saperi);

  • il saper organizzare le proprie conoscenze in percorsi utilizzando elementi derivati da più saperi. 

La metodologia di lavoro, condivisa da tutti i docenti, si è fondata sull’approccio di tipo testuale e sull’acquisizione di strumenti logico-linguistici e di contesto, considerati fondamentali per maturare competenze comunicative adeguate ai diversi ambiti e affrontare con rigore metodologico, spirito di esplorazione e capacità di mettersi in discussione, lo sviluppo del proprio percorso formativo.

Conseguentemente, si sono utilizzati nei diversi ambiti disciplinari una pluralità di strategie e di strumenti, che vanno dai manuali, ai testi di autore, alle pubblicazioni, all’analisi di grafici e tabelle, ai sussidi audiovisivi e multimediali. A questo riguardo, durante la codocenza tra informatica e scienze sociali, gli/le alunni/e prepareranno una presentazione multimediale del loro percorso per l’esame di Stato.

  

La valutazione e gli esiti 

Per rimarcare l’importanza della responsabilità e dell’autonomia nella costruzione del proprio sapere da parte degli/le allievi/e, il Consiglio di classe ha stabilito che la valutazione dovesse basarsi non solo su una pluralità e varietà di prove e sulla trasparenza e pronta conoscenza degli esiti, ma che dovesse comprendere anche parametri come la conoscenza dei dati, la capacità di correlarli e la pertinenza nell’esporli e organizzarli, insieme con la precisione, la puntualità e la continuità nello svolgimento delle attività e la partecipazione al lavoro didattico comune.

Le prove di verifica sono state sia orali, come interventi nelle lezioni dialogiche e colloqui o esposizioni individuali, sia scritte attraverso diverse tipologie in relazione alle varie discipline, facendo riferimento, laddove possibile, al fatto che fossero simili a quelle delle prove di esame. 

Per quanto riguarda gli esiti, a conclusione del quinquennio, si può affermare che la classe risulta piuttosto variegata. Un gruppo, non esiguo, ha sviluppato un percorso decisamente positivo ed ha maturato una preparazione  omogenea. La maggioranza ha acquisito, a livelli di approfondimento e di rielaborazione personale differenti, competenze soddisfacenti e comunque adeguate, anche se i risultati sono spesso  condizionati da un approccio selettivo ai diversi ambiti di conoscenza. Un gruppo, esiguo ma che saltuariamente può ingrossarsi, denota ancora qualche problema di ordine espressivo, che penalizza con evidenza uno studio comunque abbastanza continuo. Infine un numero ristretto di alunni/e denota ancora qualche lacuna in almeno una disciplina – soprattutto matematica - o in qualche settore di altre e, quindi, pur non mostrandosi in possesso di solide ed omogenee competenze, ha complessivamente acquisito i contenuti e le abilità previste. 

Discorso a parte va fatto per gli stage formativi, dove i risultati sono stati decisamente soddisfacenti e hanno manifestato un attivo coinvolgimento  di tutti/e gli/le alunni/e. A riscontro di ciò anche le segnalazioni da parte dei responsabili delle associazioni e delle aziende ospitanti, che hanno sempre apprezzato l’atteggiamento, educato e responsabile, oltre che costruttivo, con il quale le studentesse e gli studenti hanno vissuto l’esperienza.

 

Simulazione della terza prova 

Il Consiglio di classe ha scelto per la terza prova dell’esame di Stato la tipologia B, che coinvolge cinque discipline con due quesiti ciascuno a risposta breve (otto/dieci righe) intorno a uno dei quattro ambiti in cui è stato articolato il percorso pluridisciplinare. Nella simulazione l’ambito scelto ha riguardato la famiglia, e le materie interessate sono state: diritto, matematica, scienze naturali, storia, filosofia. I risultati complessivi hanno rispecchiato l’andamento della classe, con un numero non esiguo di risultati negativi. 

 

Si allegano 

  1. Tabella riassuntiva della composizione della classe nel quinquennio;
  2. Tabella riassuntiva dei docenti del Consiglio di classe durante il quinquennio;
  3. Testo della simulazione di terza prova;
  4. Elenco alfabetico titoli dei percorsi individuali degli/le alunni/e;
  5. Programmi svolti e relazioni dei singoli insegnanti;
  6. Griglie di valutazione utilizzate per la correzione delle simulazioni delle prove d’esame;
  7. Modello di scheda di valutazione per il colloquio.

     

ALLEGATO1 

 

anno

 

femmine

 

maschi

 

ripetenti

 

inserimenti

in itinere

 

ritiri

non ammessi anno successivo

ammessi con debito formativo

1

*

24

5

3

 

 

1

 

1

 

2 con tre debiti; 2 con due; 4 con uno

2

23

5

1

 

1

 

1

 

2 alunni, ammessi con debiti formativi, hanno cambiato istituto

 

3

 

 

2 con tre debiti (NON saldato Inglese);

 4 con due (matem. NON saldato; Inglese  NON saldato);

6 con uno

(  Matem. NON saldato; )

3

20 (una delle quali proviene da una seconda classe del Carducci)

 

4

 

 

1

 

 

5 con  debito in matematica (tre saldati, due NON saldato)

4

19

4

 

 

 

 

1  con due (matematica e scienze naturali: saldati); 1 con uno matematica: NON saldato)

 

* giudizi ottenuti alla fine della scuola media dai 26 neo-iscritti:

  • 11 sufficiente
  • 11 buono
  • 5 distinto
  • 2 ottimo

 

ALLEGATO 2 

I docenti hanno accompagnato la classe in modo abbastanza stabile  nei cinque anni, fermo restando qualche mutamento dovuto essenzialmente a motivi di organico.  A seguire il quadro completo della composizione del Consiglio di classe nei vari anni: 

 

 

2003/04

2004/05

2005/06

2006/07

2007/08

Italiano

Fedi

Fedi

Fedi

Fedi

Fedi

Storia

Fedi

Fedi

Dall’Olio

Dall’Olio

Dall’Olio

Filosofia

/

/

Dall’Olio

Dall’Olio

Dall’Olio

Diritto

Visentini

Visentini

Visentini

Visentini

Casarotti

Antropologia

Ariati

Ariati

/

/

/

Spagnolo

Petralia

Petralia

Petralia

Petralia

Petralia

Inglese

Gabrielli

Gabrielli

Rossi

Sarcià

Sarcià

Sc.sociali

Ariati

Ariati

Ariati

Ariati

Ariati

Scienze

Chieregato

 

Giannini

 

 

 

Petresi

Petresi

Petresi

Matematica

Laterza

Minni

Minni

Minni

Padovani

Linguaggi

Bresciani

Bresciani

/

/

/

Storia dell’arte *

/

/

Bresciani/

Parmeggiani

Bresciani/

Marescalchi

Bresciani

Musica *

/

/

Pasetti

Pasetti

Pasetti

Ed.fisica

Furlani

Furlani

Scaglianti

Scaglianti

Scaglianti

Religione

Musacchi

Musacchi

Musacchi

Musacchi

Musacchi

Informatica

 

 

 

 

Gaddoni

* Piuttosto singolare la composizione dei gruppi nelle discipline in oggetto. Essi sono stati ricavati  in base alle scelte operate, al termine del secondo anno, dagli studenti di questa classe e da quelli della parallela sezione R e, con i numeri ottenuti, si sono organizzati tre gruppi misti Q e R, uno per Musica – dunque affidato ad un solo docente – due per Storia dell’arte, affidati, nel terzo e quarto anno, a due differenti insegnanti. In questo ultimo anno, invece, i  due gruppi sono stati accorpati – per un totale di 33 alunni – sotto la guida del Prof. Bresciani.



 

ALLEGATO 3

 

SIMULAZIONE DI TERZA PROVA (27 marzo 2008)

DISCIPLINE COINVOLTE:Scienze naturali, Storia, Filosofia, Matematica, Diritto

AMBITO: Famiglia 

QUESITI ASSEGNATI (max. 8/10 righe)

 

Scienze naturali

  • Descrivi le differenze tra la crescita esponenziale e la crescita logistica di una popolazione.

  • Spiega quali indicazioni possono essere dedotte dalla lettura dei diagrammi delle strutture per età

Storia

  • Nonostante le indubbie “attenzioni” che il Fascismo italiano rivolse alla famiglia tradizionale, il suo nucleo, la sua struttura rimasero sempre le stesse. Per quali motivi e quali erano le caratteristiche della famiglia tipo nel Ventennio?

  • In quale periodo della storia del secondo Novecento puoi indicare la rottura della famiglia patrialmatriarcale in Italia, indicando anche per quali ragioni avvenne?

 

Filosofia

  • Come e in che misura Gramsci mette in relazione il Fordismo con la questione demografica?

  • Quali conseguenze ha, nell’analisi di Gramsci, l’Americanismo sul piano dell’immagine femminile, della costituzione numerica e del nucleo delle famiglie americane?

Diritto

  • Spiega in quali circostanze è stata introdotta, nella legislazione italiana, la Comunione dei beni fra coniugi, come regime patrimoniale facoltativo della famiglia; descrivi quali sono i principi ispiratori di tale impostazione legislativa.

  • L’art. 30 della Costituzione italiana stabilisce i doveri dei genitori nei confronti dei propri figli; spiega la portata del secondo comma di tale articolo che recita: “La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale,compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima”.

Matematica

  • Analizzare il grafico riportato sotto e determinare il dominio della funzione, il condominio, le immagini di 0,1 e –1, gli intervalli in cui la funzione è decrescente e gli zeri della funzione.

  • Dare la definizione di funzione reale di variabile reale. Rappresentare con uno schema la classificazione delle funzioni reali, facendo anche un esempio per ogni tipo.

     

ALLEGATO 4 

TITOLI DEI PERCORSI INDIVIDUALI DEGLI STUDENTI  

NOME E COGNOME

AMBITO

TITOLO

Martina Amadori

 

 

Amedeo Anselmi

Spazio/tempo

Metropoli e trasformazione della società

Paola Brisotto

Identità:integrazione/marginalità

Un fenomeno “moderno”: il bullismo

Diletta Campanella

 

 

Renato Chiccoli

 

 

Maria degli Uberti

 

 

Federica Duatti

 

 

Francesco Fiorini

 

 

Laura Fiorini

 

 

Elsa Franza Cavallini

 

 

Valentina Gallinelli

 

 

Gaia Gamberoni

 

 

Giulia Ghironi

Identità:integrazione/marginalità

I “Weekenders”:il nuovo volto della tossicodipendenza

Alessandra Lo Coco

Identità:integrazione/marginalità

Adolescenti  tra bulimia e anoressia

Giada Lugli

Identità:integrazione/marginalità

Malattia e identità

Eleonora Masciola

 

 

Raffaella Pellegrini

Spazio/tempo

Minaccia criminalità ambientale

Eleonora Piva

 

 

Veronica Rossi

 

 

Cecilia Signorile

 

 

Nicolò Testa

 

 

Chiara Travagli

 

 

Giulia Zanotti

 

 

 

 

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Tematiche per i quesiti di Scienze umane

 

TEMATICHE PER I QUESITI DI SCIENZE UMANE

a cura di Guido M. F. Arnò

Concetti di Scienze Umane per proposte tematiche ed argomenti congiunti alla bibliografia essenziali

Abstract

Il lavoro affronta il contenuto disciplinare di Pedagogia nella seconda prova dell'Esame di Stato 2014-2015 del Liceo delle Scienze Umane presentando lo stato di incertezza presente. Ripercorre in sintesi le evidenze degli indirizzi: Magistrale, Socio-psico-pedagogico progetto 'Brocca', Liceo delle Scienze Sociali ponendoli a confronto con quello prossimo a venire.
Prendendo in considerazione la circolare n° 7354/14 propone diversi scenari su come potrebbe essere articolato il quesito, quali approfondimenti necessiti e su come possa essere trattato.
Propone, utili spunti concettuali per tematiche ed argomenti che docente e allievi possono prendere in considerazione, riempiendo temporaneamente quel vuoto attraverso l'interdisciplinarità congiunta ad una bibliografia essenziale.

 

“Con l’altro davanti. Conversazione con Clotilde Pontecorvo”

Presentazione del libro di Marco Rossi-Doria

Giovedì 15 gennaio 2015, ore 18

Arezzo, Loc. Rondine 1, Sala Gioconda

Parteciperanno Marco Rossi-Doria e Clotilde Pontecorvo

rossi doriaNell’estate del 2010 Marco Rossi-Doria propone a Clotilde Pontecorvo un’intervista sui fondamenti delle relazioni umane – che sono alla base dell’eguaglianza e dell’educare – partendo dalla nota affermazione di Martin Buber: “Ogni vita vera è incontro”. L’intervista diventa subito un dialogo appassionato che interroga i fondamenti e le prospettive del dialogo stesso. Come mostrano Arduino Salatin e Lorenzo Biagi, la nozione di altro rappresenta il fulcro che dà forza ai molti movimenti esplorativi di questo dialogo, permettendogli di attraversare i confini tra ambiti, discipline, esperienze.

Così, nella vicenda biografica di Clotilde Pontecorvo, si alternano e riannodano l’altro del dialogo socratico sul quale si è formata, i suoi significati nella tradizione culturale ebraica e le diverse prospettive dell’altro che vengono dal grande dibattito filosofico. E, intanto, viene mostrato a chiunque si occupi di scuole e educazione come la ricerca – in campo psicologico, pedagogico e delle neuroscienze – oggi attesti che il riconoscimento dell’altro sia essenziale per l’apprendimento umano.

Ne scaturisce un richiamo potente all’altro come fondamento, ancora oggi, della polis, un’urgenza etica sulla quale ognuno può riprendere a interrogarsi.
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Corso di formazione “Recupero della significatività nello studio della matematica” dalle indicazioni alla pratica scolastica.

matematicaarezzo

L’Ufficio X Ambito Territoriale della Provincia di Arezzo ha avviato nell’anno scolastico 2012/13 il corso in oggetto rivolto ai docenti di matematica in servizio nella scuola secondaria di I° grado esteso a quelli di ogni ordine e grado nell’anno scolastico 2013/2014 della provincia.

Visto l’interesse e il coinvolgimento significativo dei docenti e degli alunni delle classi partecipanti, si intende ampliare il progetto ai docenti di italiano della scuola primaria e della secondaria di primo grado nonché ai docenti del biennio delle scuole secondarie di II° grado della provincia.

Il primo incontro di presentazione del progetto si terrà in data 16 gennaio 2015, ore 15.00-18.00 presso il Liceo Scientifico “F. Redi” di Arezzo, via Leone Leoni.

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