a.s. 2008/2009

anno scolastico 2008/2009

 

SCS1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

CORSO SPERIMENTALE Indirizzo: SCIENZE SOCIALI

 

Tema di: SCIENZE SOCIALI


 

 

Il candidato è tenuto a svolgere a sua scelta due terni tra quelli proposti:

I
«Per parlare delle relazioni che si stabiliscono tra popoli o tra società dobbiamo cominciare affrontando una difficile questione: è possibile applicare gli stessi criteri per giudicare atti che appartengono o culture differenti? Spesso si ha l’impressione di non riuscire a evitare un eccesso senza subito cadere in un alto. Chi crede nei giudizi assoluti, e dunque transculturali, rischia di considerare come valori universali quelli ai quali è abituato, di praticare un ingenuo etnocentrismo e un cieco dogmatismo, convinto di conoscere una volta per tutte ciò che è vero e ciò che è giusto. Rischia di diventare molto pericoloso il giorno in cui decide che il mondo intero deve godere dei vantaggi che caratterizzano la sua società. (...) Tuttavia, chi crede che tutti i giudizi siano relativi — a una cultura, a un luogo, a un momento della storia — è a sua volta minacciato, anche se dal pericolo opposto. Se ogni giudizio di valore è sottoposto alle circostanze, non si finisce per accettare ogni cosa, purché accada a casa degli altri? Ammettere, per esempio, che il sacrificio umano non è necessariamente da condannare, perché alcune società lo praticano; o la tortura, o la schiavitù. Decidere che un popolo e maturo per la libertà e un altro no, per poi lasciare tutti al proprio destino, compresi sé stessi — perché i miei valori non sono necessariamente migliori di quelli altrui. A forza di sistematizzarsi, questo relativismo finisce nel nichilismo e se ciascuno, per principio uguale a chiunque altro, sceglie arbitrariamente i valori in cui credere, l’unità della specie è nuovamente negata, anche se in modo diverso, perché gli uomini non hanno più un mondo spirituale in comune. Scilla e Cariddi del giudizio transculturale, dogmatismo e nichilismo talvolta appaiono inevitabili. Tuttavia, siamo quotidianamente chiamati a prendere posizione di fronte a gesti e atteggiamenti caratteristici di differenti culture e ci piacerebbe superare questa alternativa. Vorremmo riconoscere l’infinita diversità delle società umane, disponendo però di una scala di valori unica e affidabile. capace di orientarci. Ma come fare?»

T. T0DOROV. La paura del barbari, trad. ital. E. Lana, Milano 2009

 

Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e si soffermi in particolare, sulle seguenti questioni:

  • Che cos’è l’etnocentrismo?
  • Che cosa si intende per relativismo culturale?
  • Come si porrebbe superare l’alternativa fra etnocentrismo e relativismo culturale?

II
«E' ormai sui clienti previsti, sul loro numero e sulla loro disponibilità di denaro - che si decide (quantunque più spesso in modo automatico che intenzionale) il destino delle creazioni culturali. La linea che divide i prodotti culturali “di successo” (che s’impongono perciò all’attenzione pubblica) da quelli fallimentari (ossia incapaci di farsi strada sino alla notorietà) viene tracciata dalle vendite, dagli indici di gradimento e dai ricavi al botteghino (in base a un’altra spiritosa definizione di Daniel J. Boorstin, un best seller è un libro che ha venduto bene «semplicemente perché si vendeva bene»). Ma i teorici e i critici dell’arte contemporanea non sono riusciti a stabilire alcuna correlazione Ira i meriti di una creazione culturale e il suo livello di celebrità. Se correlazione si trova, è piuttosto tra la celebrità e il potere del marchio. Il logo che eleva l’incipiente objet d’art all'oscurità alle luci della ribalta»

Z. BAUMAN, Vita liquida, 4 ed. Roma-Bari 2009

Alla luce del testo sopra riportato, il candidato svolga le proprie argomentazioni in relazione ai seguenti quesiti:

  • Il "prodotto culturale" nella società contemporanea;
  • Le indagini di mercato e i prodotti culturali di successo;
  • Ruolo della pubblicità per costruire il successo di un “prodotto” culturale di successo.

III
«Un muro Fatto di codici incomprensibili, di nascondigli virtuali. di incontri pericolosi. di linguaggi ermetici. Una zona franca dove può accadere di tutto e dove gli adulti, anche volendo, non sanno come e dove entrare, pur possedendo magari password e chiavi di ingresso. Genitori che guardano sgomenti il computer dei figli, figli che aggirano con destrezza ogni forma di parental control. Internet afferma un nutrito gruppo di esperti inglesi, è diventata la nuova barriera tra generazioni, la tecnologia sembra aver triplicato le distanze anagrafiche e la divisione tra chi sa e chi non è diventata, d’un tratto, abissale.»

M. N. De Luca. Internet, sms e troppa TV. Un muro del silenzio divide i padri dai figli, in «la Repubblica», 21 gennaio 2009

Il candidato, prendendo spunto dal testo proposto, analizzi il tema generale del rapporto genitori-figli nella società contemporanea, illustri l’importanza del computer nella formazione delle nuove generazioni ed esprima il proprio parere circa il valore educativo delle tecnologie multimediali.

IV
«Milioni di persone accalcate negli slum. Lo slum è il luogo comune della miseria, dove si concentra ogni pericolo ed esclusione. Visto che sorge nei posti fetidi delle città, è esposto al peggior inquinamento. E alle frane, agli allagamenti. La densità è altissima, come la violenza e la criminalità. Poi ci sono gli incendi, spesso dolosi. Come si fa a capire la povertà del mondo di oggi? Basta pensare al sifone del gabinetto (quello all’occidentale, non il semplice buco nel terreno che va per la maggiore nel resto del pianeta): chi sta in alto respira aria pulita e guarda verso il cielo. Chi sta nella strettoia centrale si industria a galleggiare sulla schiuma. Ma chi sta sotto la curva del sifone, per quanti sforzi faccia, non ha modo di risalire. In altre parole: i poveri sono sempre più poveri. E ciò accade tanto nei Paesi del cosiddetto Terzo Mondo, quanto nelle nostre città. Dalla giungla al giardino di casa nostra, il mondo è disseminato di trappole che si chiamano assenza: di cibo, acqua, casa, patria, diritti, istruzione, salute. (...) Ci prepariamo ad assistere alla nascita di una nuova specie? Homo nihil, il povero più povero, sarà il prossimo anello dell'evoluzione umana?»

A Salza, Niente, Come si vive quando manca tutto, Antropologia della povertà. Milano 2009

Il candidato commenti il passo sopra riportato, tratto da un libro scritto da un antropologo che ha analizzato la miseria estrema delle megalopoli di Africa e Asia. Risponda, inoltre, alle domande:

  • si registrano analoghe situazioni di precarietà e di miseria nelle nostre città occidentali?
  • Fino a che punto è condivisibile la prospettiva che l’homo nihil diventi l’ultimo anello della catena sociale?
  • Sarà possibile “Un mondo senza povertà”. come sostiene Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace 2006?

 

 

Durata massima della prova: 6 ore.
E' consentito soltanto l'uso del dizionario di italiano.

Non è consentito lasciare l'Istituto prima che siano trascorse tre ore dalla dettatura del tema.