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Bilal - Viaggiare, Lavorare, Morire da Clandestini
di e con Fabrizio Gatti e Gualtiero Bertelli.


CHI È FABRIZIO GATTI


È un giornalista del settimanale l'"Espresso", soprattutto famoso per le sue inchieste da infiltrato sotto copertura nello sfruttamento criminale del lavoro. È stato arrestato per tre volte come immigrato in Svizzera, nel centro di detenzione di via Corelli a Milano e dopo lo sbarco a Lampedusa.Con il libro "Bilal" ha vinto il premio Terzani nel 2008.


IL LIBRO

È un'inchiesta che studia in profondità la condizione degli immigrati clandestini, costretti ad attraversare l'Africa centrale con la speranza di una vita migliore, lontana dalle sofferenze causate da guerre e soprusi.
Mettendosi nei panni di un clandestino (Bilal), Fabrizio Gatti racconta il dramma sconvolgente dei trattamenti riservati agli emigrati, vivendoli lui stesso in prima persona.
Partendo dal Senegal, attraversa il Mali e il Niger viaggiando nei camion con i migranti, dove "conosce la morte da vivi".
La fatica fisica con cui accompagna la carovana dolente e instancabile degli immigrati, attraverso i deserti e le frontiere dell'Africa, lo aiuta a conoscere concretamente le umiliazioni, gli inganni, i pericoli, che questi uomini e donne devono affrontare. Gatti racconta senza retorica, e senza soggezione davanti alla "verità" dei rapporti ufficiali. E' divenuto, dall'interno, testimone di una vera e propria tratta, resa ancor più scandalosa dai cinici accordi tra i governi. "Per ogni euro investito nel mercato dei nuovi schiavi - denuncia l'autore - se ne guadagnano milletrecento. Anche se sottoforma di romanzo (a volte thriller), Bilal è una storia vera.


LO SPETTACOLO

Gualtiero Bertelli (chitarra, fisarmonica), Paolo Favorido (pianoforte), Rachele Colombo (voce, percussioni, elettronica) e Guido Rigatti (contrabbasso, violoncello, oud).

Fabrizio Gatti ha attraversato il Sahara sugli stessi camion che trasportano clandestini. Ha incontrato affiliati di Al Qaeda e scafisti senza scrupoli. Ha superato indenne le frontiere. Si è infiltrato nelle organizzazioni criminali africane e nelle aziende europee che sfruttano la nuova tratta degli schiavi. Si è fatto arrestare come immigrato clandestino vivendo sulla propria pelle l’osceno trattamento riservato agli immigrati nei centri di permanenza temporanea. Ha scoperto i nomi, le alleanze e le complicità di alcuni governi che non fanno nulla contro il traffico di schiavi, anzi, ci guadagnano.

“Il 12 per cento delle persone che partono dalle coste della Libia e dalla Tunisia non arriva in Europa. Il 12 per cento” spiega l’autore “significa che tra 182 passeggeri su questo camion, 22 moriranno. E se di questo si salveranno tutti, del prossimo ne moriranno forse 44. Oppure 66 di quello che verrà dopo.”
Questa storia, documentata da immagini drammatiche scattate dallo stesso autore e da altri straordinari fotografi, ha incontrato i canti e le musiche di Gualtiero Bertelli e dei musicisti che con lui lavorano da tempo sul rapporto tra storia e canzone.
Ne è nata una rappresentazione molto viva e coinvolgente che si avvale di musiche e canti in parte composti da Bertelli e dai suoi compagni e in parte tratti da repertori dei paesi di provenienza dei nuovi schiavi.
La rappresentazione vede in scena un narratore e un nutrito gruppo di musicisti che alternano brani musicali composti per l’occasione con canti e suoni di vari paesi africani, canti tradizionali italiani, nuove canzoni legate al mondo rappresentato nel libro e sulla scena.
Racconti e musiche sono accompagnati dalla proiezione di foto e filmati montati da Gualtiero Bertelli, utilizzando materiali offerti da fotografi di fama nazionale, mentre il lungo viaggio attraverso il Sahara è documentato dalle straordinarie immagini che lo stesso Gatti ha raccolto durante la sua avventura.


Questo reportage è documentato anche da immagini molto toccanti scattate dallo stesso autore, e da fotografi professionisti. Grazie al supporto del cantautore Gualtiero Bertelli e del suo gruppo, è nata la rappresentazione teatrale, accompagnata da musiche e canti in parte composti da Bertelli e dai suoi compagni, e in parte tratti da repertori dei paesi di provenienza dei nuovi schiavi. Questo spettacolo, molto vivo e coinvolgente, vede in scena un narratore(Gatti) e un gruppo di musicisti. I racconti e le musiche sono accompagnati dalla proiezione di foto e filmati montati da Gualtiero Bertelli.



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