La scuola e le TIC
Le nuove modalità di approccio alla conoscenza non possono non avere influssi anche sugli stili cognitivi: i digital natives fanno perciò parte, come afferma Vim Veen di una nuova “specie”, Homo Zappiens il quale ricerca e impara secondo modalità nuove forgiate, appunto, dall’uso dei nuovi media.
Chiedersi se ciò sia un bene o un male vuol dire ormai porsi una domanda oziosa, visto che ci si confronta con un dato di fatto; è invece necessario capire che la diversità di approccio cognitivo che l’utilizzo dei nuovi media comporta non deve essere considerata solo artefice della diminuzione delle tradizionali abilità logiche, come spesso si ripete, ma piuttosto essere interpretata anche come volano per la comparsa e l’affermazione di competenze e di modalità di conoscenza e di rappresentazione della realtà diverse ma non meno ricche e complesse e anzi più adatte per una società che comunica in modalità prevalentemente multimediali.
Se questo è lo scenario, è altresì evidente che non è possibile coinvolgere questo target di studenti nelle attività didattiche tradizionali secondo le metodologie consuete, ma bisogna ripensare modalità e strumenti in modo da intercettare i nuovi stili cognitivi.
Come sappiamo, la frontalità della lezione classica, di tipo simbolico-ricostruttivo, che distribuisce oralmente concetti complessi nella struttura e nei collegamenti non fa più la necessaria presa e non produce apprendimento significativo. Di qui la necessità, come ci insegnano le teorie costruttiviste, di centrare l’attenzione sullo studente, strutturando occasioni ed esperienze che stimolino l’apprendimento e aiutino ad essere consapevoli del processo attraverso cui si costruisce la conoscenza e dell’integrazione del nuovo sapere con quelli già posseduti che vanno quindi risistemati o corretti.
Le ICT, così familiari ai ragazzi, diventano quindi strumento ideale per questo tipo di didattica che non solo permette di agganciare le esperienze scolastiche a quelle extrascolastiche ma anche consente alla scuola di svolgere la fondamentale e insostituibile funzione di elevare a competenza le abilità che gli studenti hanno nell’uso delle nuove tecnologie delle quali spesso gli insegnanti sopravvalutano la portata e la profondità.