Il rafforzamento dell’ambito scientifico. La sperimentazione di un curricolo di matematica
A cura di:
Antonella Fatai – Istituto Giovanni da San Giovanni – San Giovanni Valdarno (Ar)
Guido Boschini – Istituto L. Cobianchi – Verbania (VB)
MATERIALI
- Scheda sul gruppo E
- Sperimentazione di un curricolo di matematica per il Liceo delle Scienze sociali (pdf)
- Il metodo Re.S (pdf)
Luca Cavalli Sforza (1995)
Ferrara 2004
La rete di scuole e di persone che progettano e fanno buone pratiche e che una volta all’anno si incontrano per confrontarsi e discutere, per mettere a confronto i risultati, secondo una modalità che tenga insieme il pensare e il fare per procedere, quindi, verso livelli più consolidati di costruzione dell’indirizzo.
Un altro aspetto è la necessità di far entrare in modo più pervasivo l’uso dei nuovi linguaggi nella pratica quotidiana di insegnamento; Tortello ce ne ha mostrate la imprescindibilità e le diverse possibilità, così come la prospettiva di un lavoro in rete.
Perugia 2005
Lo sforzo è stato quello di aprire l’Associazione al confronto con le scuole, con l’università e con la politica, uno sforzo quanto mai necessario per il momento difficile in cui ci troviamo come Licei delle Scienze sociali, incerti e preoccupati per il nostro destino, ma anche delusi e indignati per lo svilimento del livello culturale che presenta il nuovo profilo del Liceo delle Scienze umane.
Il Liceo delle Scienze umane viene a collocarsi in uno scenario di riferimento che pone al centro dell’attenzione la società complessa e le sue caratteristiche di globalizzazione e comunicazione.
Sezze 2006
Indipendentemente dalla denominazione ufficiale specifica del Liceo e dal carattere fluido dei confini tra scienze umane e scienze sociali, non si può ignorare che gli OSA relativi al Liceo delle Scienze umane mortificano, o addirittura annullano, l’ impianto curriculare che ruota attorno all’asse storico-antropologico.
Tale mortificazione è comprovata dall’oggettiva, pesante penuria di ore settimanali caratterizzanti il Liceo delle Scienze Umane rispetto agli altri Licei. All’interno di questo spazio, già così impoverito, scompaiono saperi sociali fondamentali come l ’Antropologia culturale, la Sociologia, l’Economia, il Diritto, con uno spostamento sulla Pedagogia, peraltro programmata a partire già dal primo anno del quinquennio;
Lucca 2007
Il Liceo delle Scienze sociali come modello di innovazione: è in questo scenario ancora così incerto che il Liceo delle Scienze sociali si presenta come modello forte di scuola, se la sua identità formativa si costruisce attraverso: una riflessione epistemologica sull’asse fondante dell’indirizzo; la costruzione di un curriculum coerente che non deriva dall’esecuzione di un programma prescrittivo; l’integrazione di ricerca e prassi nella progettazione educativa. Da questa integrazione fra riflessione e prassi deriva il profilo culturale dell’indirizzo, a cui ogni scuola aderente alla rete deve imprescindibilmente ricondursi: all’asse storico antropologico; alla dimensione scientifica nella sua ricca articolazione metodologica; alla rivisitazione dei saperi nell’ ottica di una didattica integrata. Le istanze emerse saranno presentate presso tutte le sedi decisionali: Ministro, Commissioni parlamentari, Uffici tecnici del Ministero, Enti locali.
Da A Scuola di notte di Nicoletta Lanciano
[…] In tutte le discipline c’è questa responsabilità dello scegliere cosa insegnare, come fare questa scelta? Tutti i programmi hanno comunque qualcosa in cui ci sono delle scelte. Ci sono alcuni parametri che possono guidare la scelta: una scelta è legata a ciò che si sa e si conosce, non si insegna quello di cui non si sa l’esistenza, anche se non occorre una conoscenza totale e esaustiva; poi c’è quello che noi pensiamo sia educativamente importante, cioè abbia senso in un certo contesto e questo va rivisto continuamente ed è legato al contesto, però la scelta del senso, esplicitare il senso di ciò che si farà, cioè che abbia senso almeno per chi insegna; poi penso fortemente, che sia opportuno insegnare ciò che appassiona chi insegna. Voglio rivendicare la passione di chi insegna come elemento fondamentale, se noi pensiamo a chi riconosciamo come maestro, quando dico Lucio Lombardo Radice è stato un mio maestro è perché era assolutamente appassionato di quello che faceva, che era intanto aiutare noi studenti a capire le nostre passioni, lui ne aveva una, era l’algebra astratta e ci provava a trascinarti lì, lo fece anche con me, ma capì subito che doveva aiutarmi ad andare verso il cielo. Quello è il maestro: lui era un algebrista, lui conosceva con passione, non vale la pena essere maestri non appassionati e penso che sia importante per i giovani incontrare delle persone con delle passioni forti, in un’epoca di “passioni tristi” , [...] proponiamo passioni forti. Le aule quindi non bastano, sono un accidente della nostra cultura, della nostra scuola, altre culture fanno scuola stando sotto un albero o nel cortile peripatetico di Atene. C’è la natura, la città, tanti altri spazi. Per allargare lo spazio al macrospazio, è importante pensare il mondo da tanti punti di vista diversi e anche dal punto di vista degli altri, degli stranieri, di chi arriva qui da lontano o vive in altri paesi. La corrispondenza scolastica è una delle tecniche di Freinet che ci porta a far venire nelle nostre aule il mondo da fuori.
Da Il mito dell’errore di Rosetta Zan
[...] Sono alla fine, ricordo l’importanza di un repertorio di interpretazioni possibili ed è cruciale la collaborazione dei nostri studenti, perché sono loro che ci possono dire su quello che sta succedendo, importante quindi sviluppare attività metacognitive e è cruciale stabilire una buona comunicazione e per noi insegnanti è importante imparare a far domande di cui non conosciamo la risposta. Ma domande del tipo come hai ragionato? cosa stai pensando? di queste non conosciamo la risposta.
Da Trent’anni dopo: le scienze sociali nella scuola secondaria di Clotilde Pontecorvo
[...] innovazioni radicali. Passiamo ai contributi sostanziosi del curricolo. Il saggio di Marchetti e Stefanini racconta la storia dalla parte dei docenti per la costruzione della loro professionalità e questo è stato il senso credo anche di questo vostro incontro e della vostra organizzazione. Questo è un aspetto molto rilevante è l’idea costruttivistica della conoscenza, cioè che si fa con i propri pari e l’elaborazione di un asse culturale consapevole che dia all’indirizzo un’impostazione culturale forte che risponda alle molteplici istanze del mondo attuale.
Fatai sulla percezione della matematica, molto attuale perché la nostra scuola allontana dalla matematica, mentre questa disciplina potrebbe essere molto divertente e trovo giusto che ne trattino i licei delle scienze sociali.
Messina 2008
Dieci anni di sperimentazione comportano necessariamente una riflessione critica, sui contenuti e sulla loro integrazione nel curriculum, orientato sulla comprensione della società complessa contemporanea; sulla consapevolezza che i paradigmi che guidano la ricerca scientifica dei processi storico-sociali sono in continuo mutamento e che questa consapevolezza va veicolata agli studenti come aspetto fondante della loro forma mentis; sulla cultura dei docenti cui spetta questo compito formativo.
Un’ulteriore riflessione su ciò che è stato elaborato da alcuni di noi dopo la relazione dell’Onorevole Berlinguer sui tempi della Politica ed i tempi della scuola.
A Messina è stato ribadito come, a dieci anni dal lancio della sperimentazione del Liceo delle ScienzesSociali, sia opportuno e necessario procedere ad una verifica della “tenuta” del curricolo, allo scopo di introdurre alcune modifiche migliorative sui rapporti tra le aree disciplinari nella convinzione che la forza di un curricolo e la sua efficacia formativa siano riconducibili sia alla sua fondazione epistemologica, sia all’equilibrio interno fra le aree di saperi.
Partendo da ciò, Berlinguer e Sgherri ci invitarono nella:
- rielaborazione delle indicazioni sui contenuti, allo scopo di orientare i docenti nella predisposizione dei percorsi didattici, per consentire anche – e non è secondario – di rendere compatibili i contenuti dei Licei delle Scienze sociali situati in varie aree geografiche del nostro paese;
- chiarificazione e definizione della strategia metodologico-didattica più adeguata ad un curricolo fortemente radicato nella contemporaneità;
- elaborazione di un progetto di valutazione delle competenze terminali dell’indirizzo;
- comparazione con analoghe esperienze in atto in Europa.
In particolare l’Ispettrice Anna sgherri Costantini ci consegna un’ipotesi di lavoro:
Analisi del piano di studi: come è organizzato e come si realizza attraverso le discipline presentate (va sottolineato) in modo fortemente integrato. Nello specifico:
- rapporto fra l’area delle Scienze sociali e l’area delle Scienze matematiche, fisiche e biologiche;
- revisione del biennio orientato verso il completamento dell’obbligo, quindi alleggerimento delle discipline di indirizzo e rinforzo della formazione generale;
- revisione del triennio, dove l’area delle Scienze sociali deve essere più strettamente collegata con l’area scientifica, liberandola dalla sudditanza alle discipline umanistiche e alla filosofia (che devono rimanere “autonome”);
- riflessione sull’impianto del curricolo con riferimento agli assi culturali;
- rielaborazione delle indicazioni sui contenuti, allo scopo di orientare i docenti nella predisposizione dei percorsi didattici. Ciò consentirebbe anche – e non è secondario – di rendere compatibili i contenuti dei Licei delle Scienze sociali situati in varie aree geografiche del nostro paese;
- chiarificazione e definizione della strategia metodologico-didattica, più adeguata ad un curricolo fortemente radicato nella contemporaneità
- elaborazione di un progetto di valutazione delle competenze terminali dell’indirizzo (su questo occorre una riflessione a parte, più approfondita);
- comparazione con analoghe esperienze in atto in Europa.
Struttura organizzativa:
- formazione di un gruppo di lavoro costituito da docenti, in servizio o in pensione, che hanno accompagnato i dieci anni di sperimentazione;
- ricognizione delle esperienze maturate su alcuni nodi specifici (quelli relativi all’ipotesi di lavoro);
- consultazione di esperti sulle questioni oggetto di indagine e comparazione con le scuole europee.
Risultati attesi a breve termine
- elaborazione di una nuova ipotesi di curricolo, ragionata con adeguate argomentazioni;
- presentazione attraverso il sito e organizzazione di un Forum di discussione.
Presentazione degli esiti al Ministro, al quale si potrà chiedere:
- legittimazione del gruppo di lavoro e finanziamento delle spese connesse alle operazioni sopra menzionate (rete Passaggi);
- organizzazione (e finanziamento) di un seminario di confronto con l’Europa.
Stimolati da ciò abbiamo fatto una ricognizione delle esperienze maturate su alcuni nodi specifici e abbiamo consultato documenti ed esperti su cosa e come insegnare matematica anche comparando i percorsi delle scuole europee.
L'Unione matematica italiana (UMI) ha elaborato un curricolo di Matematica definendo le conoscenze fondamentali secondo una scansione organica articolata nei successivi livelli scolastici. Ne è emersa l’idea della “Matematica per il cittadino”, cioè di un corpus di conoscenze e di abilità indispensabili per tutti coloro che fanno il loro ingresso nella società attuale. Ma se l’educazione matematica deve contribuire, insieme con tutte le altre discipline, alla formazione culturale del cittadino, in modo da consentirgli di partecipare alla vita sociale con consapevolezza e capacità critica, essa tuttavia non deve costituire unicamente un bagaglio astratto di nozioni.
Sulla base di tali indicazioni abbiamo costruito un curricolo di matematica espressamente concepito per il Liceo delle Scienze sociali, e secondo noi praticabile anche nel futuro Liceo delle Scienze umane.
Siamo partiti dalla consapevolezza nel Liceo delle Scienze sociali non abbiamo un programma prescrittivo in termini di contenuti e che ciò ha portato molti insegnanti di Matematica a svolgere programmi molto tradizionali, in pratica a replicare la Matematica del Liceo scientifico, ma senza avere gli allievi di quel tipo di scuola (in cui peraltro negli ultimi anni si registrano difficoltà analoghe a quelle che rileviamo nel Liceo delle Scienze sociali), ci siamo proposti di sperimentare un nuovo curricolo e di tenere un diario di bordo per descrivere natura e modalità dei nostri interventi, delle pratiche che speriamo originali e dei risultati ottenuti.
I pilastri su cui abbiamo costruito la programmazione sono essenzialmente:
- gli assi culturali del biennio dell'obbligo;
- la programmazione "Matematica per il cittadino" dell'Unione matematica italiana;
- la convinzione che nel triennio la matematica debba essere considerata disciplina di indirizzo, per cui è lasciato grande spazio alla statistica.
Abbiamo posto particolare attenzione alla valutazione: per la misurazione delle competenze acquisite abbiamo deciso di coinvolgere il dipartimento di matematica “Roberto Magari” dell’Università di Siena, e anche il Prof. Vinicio Villani dell’Università di Pisa che ha avuto modo di vedere ed apprezzare alcuni lavori prodotti dai e con i nostri alunni.
Noi vorremmo che gli universitari alla fine del biennio e del triennio producessero una prova in uscita per ciascuna classe sperimentatrice e quindi verificassero la preparazione dei nostri alunni. Facciamo tutto questo affinché si apra un dialogo costruttivo sulle metodologie didattiche per trovare strategie, in comune accordo, per condurre i nostri studenti al successo universitario e più in generale al successo lavorativo. A settembre abbiamo aperto un forum di discussione all’interno del sito http://www.scienzesocialiweb.it e presentato la nostra proposta a colleghi degli istituti della Rete. A fine settembre alcuni colleghi hanno manifestato interesse per la nostra proposta organizzando gruppi di studio e/o convegni all’interno dei loro istituti arrivando, in alcuni casi, a proposte di altri curricoli.
In questo primo anno scolastico noi due siamo partiti con la sperimentazione nelle classi prima e terza.
Cosa intendiamo con “sperimentare”:
- Verificare il livello di ingresso dei ragazzi attraverso test strutturati con colleghi delle scuole medie inferiori;
- documentare lezioni, prove, commenti degli alunni e dei colleghi;
- somministrare verifiche uguali preparate in sinergia e corrette con correttori, per testare il livello di preparazione degli alunni cercando di arrivare il più possibile ad una valutazione oggettiva delle prove;
- verificare a fine biennio e triennio la preparazione raggiunta dagli allievi con prove preparate dai docenti del Liceo delle Scienze sociali e dai docenti dell’Università;
- registrare per ogni ragazzo la modifica del suo atteggiamento nei confronti della disciplina e la variazione della sua preparazione in rapporto anche a questo.
Siamo convinti che questa progettazione sia unica nel suo genere in quanto è partita dall’esigenza di un indirizzo, il Liceo delle Scienze sociali, che a 10 anni dalla sua nascita – avendo individuato i punti critici del suo percorso – si interroga ed in virtù della legge sull’autonomia sperimenta un nuovo curricolo specifico per le Scienze sociali estendibile al futuro liceo delle Scienze umane nonché agli altri percorsi liceali, e ciò è riferito in particolare al biennio ed alla metodologia adottata. Inoltre risultano proposte importanti:
- invitare in classe i matematici esperti di didattica della matematica affinché possano valutare nell’opera didattica;
- coinvolgere i Dipartimenti di Matematica e Statistica per mettere a punto un curricolo valido per affrontare le facoltà con esami di Matematica e Statistica senza problemi;
Ultima nota: in seguito alla seduta del 18 dicembre 2008 il Consiglio dei Ministri ha reso note le bozze di Regolamento che contengono le ipotesi per i nuovi curricoli dei Licei e degli Istituti Tecnici che verranno attuati a partire dall’anno scolastico 2010-2011. Un dato evidente che emerge dalla lettura del curricolo del nuovo Liceo delle Scienze umane è la totale sparizione del diritto e dell’economia e un forte ridimensionamento dell’area scientifica. Tutto questo disattende la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo del 18 dicembre 2006. In tale documento infatti, nell’indicare le competenze chiave per l’apprendimento permanente, delinea quali competenze chiave:
- comunicazione nella madrelingua;
- comunicazione nelle lingue straniere;
- competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
- competenza digitale;
- imparare a imparare;
- competenze sociali e civiche;
- spirito di iniziativa e imprenditorialità;
- consapevolezza ed espressione culturale.
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