Clotilde, l'autenticità di un vero formatore

 Sabato scorso i funerali di Clotilde, cui non ho potuto partecipare.
Dalla telefonata di Antonella il 6 novembre, e poi la lettura del ricordo così completo di Lucia Marchetti, gli scambi con Claudia, Anna Maria, Lia...

La penso spesso e La rivedo in quelle occasioni che ci hanno viste tutte insieme, intorno a Lei che ci chiamava, ci stimolava, ci raccontava, ci ascoltava e così ci insegnava il coraggio di osare un modo nuovo di vedere la scuola, le relazioni sociali, le materie scolastiche, ma anche la bellezza, l'arte, la religione, la musica.

Cara Clotilde.
Eri sempre presente, presente anche durante il Covid, presente fino all'ultimo.
Ci manchi moltissimo.
Voglio aggiungere ai ricordi che ho letto con grande riconoscenza ed emozione, scritti da chi Le è stato vicino e ha collaborato con Lei con maggiore continuità, quello piccolo, mio, del primo incontro, perchè quell'immagine è ancora viva dentro di me ed è tuttora la prima a riemergere quando penso a Clotilde.
 
1980. Convegno sulla comunicazione alle Stelline a Milano.
Io venivo dalla scuola della Stambak a Parigi, il tema di ricerca era quello del rapporto tra interazione sociale e costruzione delle conoscenze, l'importanza della comunicazione nel piccolo gruppo, l'interazione tra coetanei, il ruolo fondamentale del contesto... tutti aspetti che confluivano nel considerare sorpassata la lezione frontale, compresi anche i cosiddetti convegni - passerella, considerati luoghi di esibizione più che di apprendimento.
Eppure a questo convegno io volevo andare.... volevo ascoltare di persona la Pontecorvo, il faro italiano su questi stessi temi.
Dalle 14 alle 19 , il susseguirsi di interventi di 15 minuti l'uno...senza dibattito, senza discussione.. l'osservare in me e intorno a me stanchezza e sbadigli, sembrava poter dare ragione a quella diffidenza per le “passerelle”.
 
Ma alle 19, ultimo degli interventi... arriva Lei a parlare di STORIA e di come si possa insegnare e capire la storia.
 
Non so se riesco, vorrei essere capace di restituire quella sferzata derivata dalla sua voce sicura e musicale, dalla empatia che creava con il pubblico, dalla intelligenza dei contenuti.., dal suo brio...come se le 5 ore precedenti di passivo ascolto fossero state smaltite in un attimo.
Io ora mi sentivo attiva, attenta, curiosa, concorde e questa pienezza di partecipazione nel presente aveva completamente zittito quel rumore di fondo che aveva ronzato fino ad allora nella mia mente (uffa.. che noia.. la solita passerella, a che cosa serve...), sostituito dalla sensazione di stare davvero apprendendo qualcosa di nuovo, anche al di là dell'insegnamento della storia.
L'emozione più profonda era forse data dal contrasto tra la convinzione che il contesto sia fondamentale e il verificare di persona come l'autenticità individuale di un vero formatore possa raggiungerti, anche oltre i limiti del contesto.
 
Forse è questo paradosso a commuovermi, perchè nel riconoscere la potenza dell'intelligenza e della comunicatività dell'individuo Clotilde,,, mi sembra quasi di fare un torto alle convinzioni alla base del nostro gruppo “CONTEXT”, da lei fondato.
Perdonami cara Clotilde e grazie grazie di tutto.
Laura Bonica