Percorsi di viaggio, percorsi di vita: sulle tracce di Ulisse

 

Una mattina di novembre, nascosto tra le pagine di un'Odissea, Ulisse ha varcato l'imboccatura della Casa Circondariale di Lodi. Pronti ad imbarcarsi per una navigazione tra le incognite di molte storie di vita un nutrito gruppo di aspiranti viaggiatori. Nello scenario di una città il carcere è simile ad un'isola, inaccessibile allo sguardo come "l'altissima rocca di Lamo", l'isola dei Lestrigoni avvistata da Ulisse nel decimo libro dell'Odissea. Anche là l'entrata era stretta, cinta da una parte e dall'altra da "roccia inaccessibile".

Ancora prima che Omero componesse, all'incirca 2800 anni fa, l'Odissea, Ulisse era già per mare nei racconti dei cantori itineranti che di isola in isola e lungo le coste dell'Egeo, dello Ionio e del Tirreno si muovevano narrando le storie della guerra di Troia. Ulisse in realtà non ha mai smesso di navigare. Approdato all'isola amata, ad Itaca rocciosa, la memoria e l'immaginazione delle generazioni successive lo hanno di continuo sospinto sulle rotte disegnate dai venti: altri mari, altre isole, altri incontri, tragici e stupefacenti, gli sono venuti innanzi, moltiplicando il fascino di un'avventura complessa e intrigante come lo è la natura della mente umana.

Dagli inizi di novembre alla terza settimana di febbraio, al giovedì mattina, un equipaggio formato da quindici detenuti, dodici studenti e tre insegnanti, ha viaggiato al seguito di Ulisse sulle rotte travagliate del suo ritorno in patria, raccontate nei quattro libri dell'Odissea (dal nono al dodicesimo libro) in cui Omero mette in scena alla corte di Alcinoo, re dei Feaci, per voce dello stesso astuto e infaticabile signore di Itaca, la storia di un'esperienza inaudita di viaggi ai confini del mondo visibile e nei territori del magico e dell'oltremondano.

Dopo un primo momento di presentazione degli episodi, via via esaminati, con la lettura ad alta voce di alcuni frammenti tratti dei libri dell'Odissea presi in considerazione, un momento preparato e gestito dalle studentesse e dagli studenti con proiezione di mappe e di immagini selezionate dal repertorio del teatro e della storia dell'arte, l'equipaggio distribuito attorno a tre tavoli ha proseguito il lavoro di lettura, interpretazione e commento delle situazioni salienti presenti nei brani proposti, discutendo in un dialogo a più voci i problemi che le parole e i comportamenti messi in campo da Ulisse, dai compagni e dagli interlocutori magici continuano a porre ai lettori dell'Odissea.

Approdando là dove Omero ha fatto sbarcare Ulisse, il viaggio ha toccato temi fondamentali dell'esistenza, quali la violenza, l'oblio, la ferinità, la curiosità, l'istinto, la morte, la seduzione, la distruzione, la nostalgia, l'ospitalità, il ritorno ai luoghi dell'appartenenza. Così nel tempo denso degli incontri si è fatto strada anche qui quel parlar di Ulisse che apre al gioco, di cui Omero è stato abilissimo maestro, del parlare di sé. Sul canovaccio di isole e di naufragi, di venti e di correnti marine altri fili si sono aggiunti: storie di arrivi su gommoni, memorie di luoghi lasciati e mai più rivisitati, immagini di dimore ben salde nel cuore, vita di lavoro in mare, percorsi di vita infranti, saldezza e fedeltà di sentimenti familiari, desideri e volontà di giungere a nuovi approdi.

In continuità con precedenti esperienze di incontro e di scrittura creativa, il progetto mira alla realizzazione di due eventi teatrali, prodotti l'uno dai detenuti presso la Casa Circondariale e l'altro dalle studentesse e dagli studenti in attività scolastica. La preparazione dei due eventi sarà l'occasione per la redazione di una piccola Odissea Tascabile con frammenti dell'opera omerica e testi di ispirazione autobiografica. Il progetto si inquadra nell'ormai lunga collaborazione tra Casa Circondariale e Liceo Statale Maffeo Vegio di Lodi, in particolare è parte delle attività di stage, o altrimenti dette attività di alternanza scuola/lavoro, entrate di diritto nella formazione scolastica degli Istituti superiori. Partecipano al progetto 9 studentesse e 3 studenti della classe 5M del Liceo delle Scienze Umane guidati dalle docenti Maddalena Astorri (Scienze Umane) e Alessandra Peviani (Letteratura Italiana) con il coordinamento di Giacomo Camuri, filosofo, fondatore con Giannetta Musitelli del Laboratorio degli Archetipi e ideatore di percorsi di formazione culturale per la Casa Circondariale.

Partecipano alla realizzazione teatrale del progetto, sul versante del Liceo, Elisa Zanolla, storica collaboratrice della Rassegna di Teatro delle Scuole di Lodi, e sul versante della Casa Circondariale Micaela Sapienza, esperta di teatro e di danza, e l'attore Ferruccio Filipazzi, che agli inizi di febbraio ha tenuto ai detenuti e agli studenti una lezione/spettacolo sulla teatralità del linguaggio omerico, leggendo brani dall'incontro di Ulissse con il Ciclope e, al suo ritorno ad Itaca, con il vecchio cane Argo.

 

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