IL REPORT
Rete Passaggi / SISUS: Roma 8 aprile 2014
On SILVIA COSTA:
l'Italia ha impiegato nella partecipazione al piano nazionale sulla qualità dal 1999, è stato un sistema lungo con tre obiettivi: -partecipare da protagonisti agli standard, secondo gli indicatori delle modalità dei sistemi di qualificazione, indicatori che non rappresentano le modalità italiane; - confronto nazionale sugli apprendimenti; - confronto di modelli degli altri paesi da cui si può ricavare la atipicità di quelli italiani.
L'autonomia deve andare nella direzione della didattica oltre che autonomia economica, verso un'autarchia. Maggior attenzione verso la verifica delle competenze per arginare l'aumentata dispersione; qualità della governance,softlaw , cioè sistemi non direttivi. Per crediti formativi, qualifiche in uscita, sono necessari i confronti e la formazione della cittadinanza europea.
MANTUANO:
Nessun luogo pubblico e' più privato della scuola e discreto perché nessuno sa cosa avviene nell'aula didattica. La buona scuola ha buoni insegnanti, una dirigenza con capacità di leadership e, quindi, diventa necessario valutare il sistema scuola che significa valutazione degli apprendimenti o delle competenze. Si valutano invece i contenuti, a volte attraverso l'indice del libro di testo, si valuta la professionalità docente, si valuta il sistema amministrativo della scuola.
Il docente /vate: non ha programma, e quindi non ha valutazione ( ce ne sono....)!!
A. AJELLO:
L'Invalsi sulla valutazione degli apprendimenti cambia prospettiva. Il nuovo Invalsi (che partirà a settembre) deve sviluppare una valutazione degli apprendimenti ma tenendo conto anche di quello che si richiede agli insegnanti. Valutare le competenze, valutazione di tipo edumetrico, non solo psicometrico, quindi degli aspetti educativi. Se si vogliono certificare le competenze occorre " sporcarsi le mani" anche con strumenti più complessi, su temi meno tradizionali, psicologici che interagiscono con misure approssimative anche se non certissime. Naturalmente, per fare confronti su scuole diverse, i compiti non possono essere risolti solo dagli insegnanti. Questi considerano la certificazione come uno status di fatto
L'Invalsi deve tener conto anche delle diversità dei vari paesi, deve dar conto della variabilità culturale; il peso del contesto ha un ruolo negli esiti e ha variabili che vanno riconosciute. La valutazione ha a che fare anche con la teoria del come si impara e non solo in termini di misurazione. La misurazione e' semplicemente il segnale che qualcosa deve essere modificato o rafforzato.
Il SNV ha tre "gambe":
- autovalutazione delle istituzioni scolastiche;
- valutazione esterna con una equipe di persone, cosa non va?
- predisposizione di azioni di miglioramento(sostegno INDIRE, Università);
- rendicontazione pubblica dei risultati del processo, logica della trasparenza, condivisione del miglioramento con la comunità di appartenenza ( nella valutazione non c'è chi sta sopra e chi sta sotto ma è una collaborazione, è frutto di negoziazione degli obiettivi che si vuole raggiungere, su questi negoziare.
Una volta trovati i punti critici si decide a chi chiedere le azioni di accompagnamento per il miglioramento ( INDIRE, università, associazioni, Enti). L'insegnante e' il responsabile della scelta, non la subisce.
NOVITÀ: un SNV unico per tutte le scuole; autovalutazione basata non solo su apprendimenti ma su una serie di elementi ( Scuola in chiaro); intreccio analisi qualitativa e quantitativa; valutazione esterna come riduzione di rischio di autoreferenzialita'; assenza di premi o punizioni( nessuna graduatoria); raccordo funzionale tra enti diversi in interazione con scuole ben definite.
IL BRAVO INSEGNANTE:
- avere presupposti culturali condivisi
- centratura sull'apprendimento dei ragazzi
- dialoghi di riflessione
- modalità collaborative
- deprivatizzazione delle pratiche didattiche
- insegnanti che sanno insegnare una stessa cosa in tanti modi diversi
PROPOSTA:
Incontri per aree territoriali fra team , perché non si vada per conto proprio, trattative di conciliazione tra valutazione di prodotti e processi, scelte di principio per modello del CIPS (context input process product)
occorrono pluralità di indicatori: che cosa misurare? Quale elaborazione, quale restituzione? Simmetricitaà tra valutazione e valutato, garanzia di efficacia, attenzione alla specificità delle situazioni, prospettiva socioculturale di analisi dei processi di acquisizione di conoscenze.
VITTORIA GALLINA:
Cultura della valutazione e non cultura della misurazione. Il sistema non ha considerato l'aspetto culturale. Occorre considerare la valutazione formativa. La troppa burocrazia sulla valutazione spaventa.
STEFANIA STEFANINI:
Per gli insegnanti le Indicazioni Nazionali son presi come programmi e quindi non si adattano alla scuola e al territorio e le competenze si sono spesso ridotte a una corrispondenza con i voti. Inoltre: il voto di condotta quale competenza valuta?
ANTONELLA FATAI
sostiene di non dare voti ma verificare gli esiti rispetto agli obiettivi definiti per intervenire sul piano dell'offerta formativa.
le Indicazioni Nazionali e Le Linee guida sono i traguardi che gli alunni devono raggiungere .
L'invalsi deve valutare lo stato di apprendimento degli studenti, dar visione al lavoro di classe degli insegnanti, deve riuscire ad estrapolare i focal point di ciascuna disciplina ed evitare i tecnicismi, si però alle tecniche.
Occorre perciò agire sui contenuti, facendo scelte didattiche, coraggiose ma necessarie e gestire il tempo classe.
CLOTILDE PONTECORVO
sostiene che il curricolo lo fanno gli insegnanti, le indicazioni servono per indicare temi e traguardi, ogni insegnante deve elaborare il suo curricolo, farlo anche in rete.
Isora Bertoni