Per mia impostazione culturale rIspetto le idee di ognuno e di ciascuno, detto ciò non mi sottraggo dall'affermare il mio dissenso in merito a quanto espresso in video o carta stampata da personaggi più o meno in vista, sulla legalizzazione delle sostanze, su come la droga terapeutica sdogani la droga ricreativa.
Ognuno mena il can per l'aia dove meglio pascola il proprio gregge, personalmente non mi frega una mazza di chi le spara a destra e chi a sinistra, di chi usa le parole per creare consensi, neppure cammino seminando verità, diffido di chi le ha ben depositate al fondo delle tasche, di chi pensa di esser capace di salvare chi.
Dunque evitando inutili prese di posizione ideologiche, rimango convinto, dalle sempre nuove ricerche scientifiche, sanitarie ( per’altro assai autorevoli ), da ciò che vedo in Comunità Casa del Giovane dove svolgo il mio servizio, dal carico come somma degli errori della mia esperienza, i più esposti cioè i più giovani pagheranno come al solito il dazio maggiore, per cui credo sia importante non tanto liberare la droga a discapito del liberare dalla droga.
Le varie mafie non hanno l'erba-cannabis come primo capitolato per riempire di dobloni d'oro le stive dei loro galeoni, a mio avviso non sconfiggi il mercato in questa maniera, affermare ciò equivale a svolgere un'informazione manipolata e manipolante.
Con una canna non è mai morto nessuno? E’ accaduto e continua ad accadere, non a tutti, certo, solamente a QUALCUNO.
Siccome ci sono altre porcherie legali perchè farla tanto lunga con sta roba LEGGERA illegale? Proprio perchè ce ne sono fin troppe di irresponsabilità non è il caso di aggiungerne altre, è già più che sufficiente uno stato con il grembiule da oste, con la livrea da biscazziere per un azzardo declinato incredibilmente sostenibile, dentro una società bullistica che non ne ha la dovuta e rigorosa consapevolezza.
I minori sono i maggiori fruitori di cannoni, illegali, oggi, e domani che sarà legale, loro rimarranno comunque out, ma maggiormente invitati dal mercato illegale che li affascinerà con un surplus di roba ancora più deleteria.
In galera non c'è nessuno per uno spinello, in galera non ci vai per uso modico, per spaccio di una minima quantità, in galera il sovraffollamento disumano è dovuto a ben altro.
Personalmente non sono un giustizialista, non credo nel castigo salvavita, nei divieti ideologici, credo fermamente nella necessità di non ingrossare le fila di una certa indifferenza sociale, QUESTO SI.
Quanto meno per tutela e garanzia dei più giovani.
Le parole valigia dove mettere dentro tutto e il contrario di tutto, servono unicamente a fare ammalare la comunicazione, l'informazione, quella verità che tanto insistentemente proponiamo e propiniamo a pochi cents.
Commenti
Alberto Facchini
Sab, 20/08/2016 - 12:44
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Non ci sto
Beh, questa volta mi sento di dissentire profondamente rispetto alle tue affermazioni. Da decenni l'Italia risulta arretrata a livello legislativo rispetto alle posizioni prese da paesi riconducibili alla nostra stessa storia culturale.
Quando finalmente in Italia, paese non famoso per le sue aperture progressiste in materia di diritti civili e sociali, si sblocca un macigno di tematica come questa, non mi sembra giusto ritornare a polemiche passate che sanno di vecchio e superato dai tempi.
Se non sapessi qualcosa della tua storia passata e soprattutto attuale, del tuo impegno sociale a contatto ogni giorno con certe realtà problematiche, sospetterei il solito commento/giudizio superficiale da persona "non informata sui fatti". Non è ovviamente il tuo caso.
Tuttavia devi ammettere che una intera fascia sociale, quella dei giovani, viene da sempre perseguitata e controllata attraverso leggi che ne mettono a repentaglio lo stesso futuro, le relazioni famigliari, la attuale o futura carriera professionale.
Negare che dietro a questa strategia non ci sia un disegno politico di controllo delle nuove generazioni (fiato sul collo per calmierare lo spirito trasgressivo e ribelle delle giovani generazioni) è impresa ardua quanto inutile.
Le droghe leggere sono da sempre un indiretto quanto ottimale strumento di controllo sociale per l'ordine pubblico.
L'effetto collaterale è la costruzione di personalità ferite e fragili. Un ragazzo bloccato dalla polizia perché scoperto in "flagrante fumata" è un potenziale futuro eroe negativo, un individuo che si sente collocato immediatamente ai margini, nella zona oscura dell'anticamera della criminalità.
Depenalizzare la canapa riporta in sicurezza questo pericolo sociale, ricollocando un consumatore fra la schiera di chi - per bisogno personale, per debolezza di carattere, per motivi personali e privati - sente il bisogno di ricorrerere a sostanze esterne come droghe leggere, alcol, psicofarmaci e altri "rimedi" legali.
Depenalizzare la canapa permette di collocarla al di fuori di un contesto illegale facile lucro di associazioni malavitose.
Depenalizzare la canapa e sottometterla al controllo statale significa anche, lato non trascurabile, un consistente introito da parte delle nostre povere casse pubbliche.
E togliere un ennesimo tassello della nostra vita dalle mani dello stato.
Amelia Stancanelli
Mer, 24/08/2016 - 09:28
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Sto con Alberto
Caro Vincenzo, pur apprezzando la logica delle tue affermazioni e la coerenza delle tue posizioni, anch'io stavolta sono d'accordo con le obiezioni fatte da Alberto
Certo, è penoso dovere scegliere tra due mali...