ADOLESCENTI SOLITUDINARIZZATI
Inviato da Vincenzo Andraous il Lun, 06/11/2017 - 16:06
A sedici anni in coma etilico ai bordi di una strada. La ragazza versa in fin di vita, mentre famiglia, scuola, oratorio, paese e fin'anche la città, dormono un sonno pesante: se non colpevole, quanto meno corresponsabile. Ma cosa spinge un giovanissimo a farsi del male in questa maniera, quale la molla a diventare protagonista del dolore.
Un adolescente non diventa “grande” rielaborando solamente il carico delle informazioni o di esperienze sociali, ma attraverso uno scambio relazionale ripetuto e interagendo con l’ambiente che lo accoglie e lo circonda. Forse occorre chiederci quali sono i messaggi e le notizie, l’incoraggiamento che va dritto sparato al cuore di un ragazzo tutto impettito e pronto allo sbarco immediato. Un razzo, un tracciante, le orme da seguire per accorciare le distanze da quanto mi serve, da quanto non ho, da tutto ciò che invece mi toglie il respiro. Il beverone in una mano, la canna tra le labbra, è una battaglia alla vita, una dimensione che non consente di venire a patti con la propria coscienza. >> leggi tutto