La legge 206 del 27 dicembre 2023 ha messo una pietra tombale sul dibattito che ha animato la scuola e buona parte dell'opinione pubblica dal maggio 2023. Tra le "Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy" all'articolo 18 c'è infatti l'istituzione del Liceo del Made in Italy, la cui attivazione è prevista a decorrere dall'anno scolastico 2024/2025, a spese dell'opzione economico-sociale presente all'interno del percorso del liceo delle scienze umane: i vari "paletti" posti dai commi 4 e 5 (subordinatamente alla disponibilita' delle occorrenti risorse umane, strumentali e finanziarie, nel limite di quelle disponibili a legislazione vigente nonche' all'assenza di esuberi di personale in una o piu' classi di concorso e, comunque, senza nuovi o maggiora oneri a carico della finanza pubblica ...) non sminuiscono la minaccia nei confronti del LES, mentre aumentano le contraddizioni e la confusione, come sottolinea tra l'altro una chiara presa di posizione dell'FLC-CGIL.
A nulla sono valse dunque le raccolte di firme, le pubbliche manifestazioni, le dichiarazioni d'intenti anche all'interno della Commissione Cultura, e ogni altra azione messa in atto in questi mesi da parte di autorevoli esponenti del mondo della scuola e della società tutta, a conferma del fatto che non c'è miglior sordo di chi non vuole sentire ...
Mi è venuta subito in mente l'affermazione di San Paolo a Timoteo: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede." Ma la corsa non è affatto terminata e la fiducia viene meno solo in parte; vedremo quale risposta nella realtà verrà dal mondo della scuola e dalle famiglie.
Commenti
Claudia Petrucci
Sab, 13/01/2024 - 11:24
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ancora LES
In tempi meno deprimenti c'erano associazioni di genitori democratici, laici e/o cattolici, che intervenivano puntualmente sulle manomissioni del sistema educativo e davano una sponda esterna e vitale agli insegnanti . In questa vicenda non ce ne è stata traccia, se non forse all'interno dei singoli dibattiti negli istituti, ma comunque non uscita all'esterno. Lo sciopero silenzioso delle iscrizioni sarebbe ancora più importante se fatto con voce e rumore... C'è qualche modo di sollecitarlo? Altrimenti mi aspetto un tornado delle solite bordate mediatiche sui prof che non vogliono uscire dalla loro comfort zone ecc ecc . Piuttosto deprimente anche la posizione di chi , come ahimè il Manifesto, denuncia la sostituzione ma la presenta solo come uno spreco di risorse perché sottolinea che trai due indirizzi cambia poco o niente, dimenticando la sparizione delle scienze umane. Claudia Petrucci
Claudia Petrucci, componente del CTS di Sisus