Report del Seminario per i docenti di Diritto ed Economia organizzato dalla Rete LES nei giorni 12 e 13 aprile presso il LSS “ J.F. Kennedy” di Roma
a cura della prof. Daniela Marcuccio
In apertura l’attenzione viene focalizzata sul ruolo della cultura giuridico-economica nel liceo Economico sociale, grazie ad essa definito il liceo della contemporaneità. Il profilo in uscita impone cambiamenti anche all’insegnamento delle scienze umane. Sembra di capire che il taglio economico debba prevalere perché si evidenzia che una delle criticità è la formazione dei docenti della, ormai ex, A019, cioè dei docenti di Diritto, (a questo punto si deve pensare a quelli con laurea in Giurisprudenza la cui preparazione economica potrebbe necessitare di rafforzamenti per far fronte alle aspettative ministeriali per questo indirizzo di studi; si consideri anche l’unificazione delle classi di concorso delle discipline giuridiche ed economiche e di economia aziendale).
Un ‘altra criticità è il numero delle iscrizioni: nel fare l’orientamento bisogna evidenziare le specificità del LES (più che pubblicizzarlo per quello che non si studia – il latino; viene riferito che sono in corso di elaborazione le linee guida sulla legalità economica e si sta pensando all’istituzione di una giornata nazionale per l’educazione economico-finanziaria.
Il Ministero ha firmato un Protocollo di intesa con Il Sole 24ore per l’attuazione dell’Alternanza scuola-lavoro attraverso un’offerta digitale da collaudare proprio nei LES.
Altra criticità del corso è considerato il numero delle ore (tre) insufficiente ( oltreché dispari) rispetto alle competenze che in materia si vuole gli/le studenti acquisiscano a conclusione del percorso di studi. Dal mondo dell’impresa arrivano aspettative forti: questo è emerso al Festival di Trento.
Bisogna poi pensare ad un coordinamento con le altre discipline perchè studiare economia deve volere dire anche fare storia economica, come pure sociologia delle istituzioni economiche.
L’intervento del prof. Silva, vicepresidente della Società Italiana degli Economisti è concentrato sui contenuti della disciplina; bisogna chiarire la differenza tra economy o economia fattuale, quella posta in essere dagli operatori economici – famiglia, Stato, imprese – giorno per giorno; e economics o scienza economica.
Al biennio bisogna partire da esperienze verificabili quindi si devono proporre temi di economy privilegiando l’insegnamento intuitivo ed interdisciplinare e raccontando i problemi secondo i diversi punti di vista ( scelta e costo opportunità, baratto e scambio monetario, impresa e imprenditore, concorrenza e competizione, credito e debito, salari, profitti, rendite, corruzione e terzo settore).
Al triennio invece si introducono l’astrazione, le sintesi statistiche, i collegamenti con le altre discipline e si allarga la prospettiva per sviluppare le capacità di interpretazione dei fenomeni sociali. Al triennio bisogna problematizzare lo studio della disciplina magari introducendo qualche problema serio dell’economia : l’Europa, il Mezzogiorno ( problema irrisolto dell’economia italiana), le diseguaglianze nella distribuzione del reddito, i fallimenti del mercato, la teoria dei beni comuni. Ma anche la teoria dei giochi, il ruolo della moneta, il ruolo dello Stato, Keynes e Minsk.
Gli ingredienti didattici devono essere i seguenti: a) evitare il nozionismo che porta gli/lei studenti ad evitare gli approfondimenti; b) facilitare il pensiero critico abituando gli/le studenti a porsi domande; c) fornire dati a supporto delle affermazioni; d) non far studiare solo i libri di testo.
Il prof. Di Bartolomeo della Facoltà di Economia dell’Università Sapienza informa dell’attivazione di seminari di approfondimento delle tematiche legate all’economia dello sviluppo indirizzati ai Docenti delle discipline giuridico-economiche; a tal fine fornisce alcuni link utili: marialuisa.salvatore@uniroma1.it e nicola.cocella@uniroma1.it.
Il prof. Miccù relaziona invece sul tema della Costituzione economica, che coniuga diritto ed economia e storia (Repubblica di Weimer, Karl Schmidt, la costituzione italiana e i principi economici contenuti nella nostra Legge fondamentale; per poi passare alla prospettiva dell’economia sociale di mercato presente nel trattato di Lisbona che rappresenta una reazione ai fallimenti del mercato ma anche una risposta alle difficoltà dello Stato sociale e dell’economia mista).
Quanto ai collegamenti tra Economia e Storia il prof. Ciocca consiglia di spiegare la storia con un occhio di riguardo per la lettura economica dei fatti, che rende anche lo studio della disciplina umanistica più interessante, e contemporaneamente di inquadrare le teorie economiche nel periodo storico che le vide nascere: questo per esempio per Adam Smith, per Keynes, per l’inflazione e la nascita del fascismo, per Marx.
Gli storici hanno elaborato l’acronimo C.I.P., Cultura, Istituzioni, Politica per cui i valori della cultura possono spiegare le condizioni dell’assetto economico di un paese. Si potrebbe lavorare sul caso Giappone, Cina, Italia dopo l’Unificazione.
Il prof. De Angelis (paolo.deangelis@uniroma1.it) propone invece di coniugare Economia e Matematica finanziaria e attuariale per spiegare la valutazione del rischio in economia, per esempio a proposito del mercato assicurativo, della variazione dei prezzi e dei tassi di interesse.
In conclusione del Seminario si propone la costituzione di due gruppi di lavoro: a) per creare percorsi di eccellenza nell’alternanza scuola/lavoro; b) per produrre materiali didattici da utilizzare nei tre ambiti Economia/Diritto; Economia/Storia; Economia/Statistica.
Si ricorda inoltre di tener presente che la seconda prova coinvolge le discipline, sia giuridiche che le scienze umane, in forma unitaria.
In conclusione delle informazioni riportate si sente la necessità di condividere la preoccupazione che il livello decisamente elevato delle trattazioni si riversi nelle prove di esame!