LA VIOLENZA

  

giovani

Ormai è un fatto scontato associare la violenza degli adolescenti con la maschera esibita dal rapper di turno. Govanissimi e minori spaccano teste e cose all’intorno, mentre qualcuno non meglio identificato disegna formulette sociologiche per attestare una italietta oppressa dal disagio più o meno esistenziale di cittadini fortemente esclusi e degli altri inclusi al punto da mettere in discussione il futuro perché del presente non rimane poi molto da indagare.

Gli adolescenti cercano guai e filo spinato, gli adulti fanno finta di non capire, non sentire per tempo il grido o il lamento, mondo genitoriale e professorale sembrano non accorgersi del rifiuto che proviene dai nostri figli, né intendono prendere atto della perdita a cui si è destinati. Bulli di cartapesta, babygang in balia di una libertà prostituta, mafie e criminalità surclassate da femminicidi e violenza minorile, non è facile davvero comprendere il disagio che buca ogni logica, siamo tartassati da un riduzionismo irresponsabile, diventiamo soggetti passivi, oppressi dal conflitto quotidiano proveniente dalla comunicazione che ci è data in eredità, tra ciò che è vero e ciò che è falso, nel frattempo i più giovani sbandano, qualche volta ci sfiorano, ma non ci chiamano, noi rimaniamo prigionieri di una incredibilità, che invece è la realtà della logica dei conti, dunque la meno accettabile.

Droga, alcol, violenza, un fenomeno che non è più sottotraccia, né può restare un prurito sottopelle, occorre farci i conti con questo mostro multidimensionale che opera senza sosta per depredare le nostre vulnerabilità, e ci impedisce di crescere, pensare, agire, ci obbliga a stare supini nelle nostre codardie socialmente inutili. Ciò che ci viene incontro da una società sopita e indifferente, è uno stile di vita che non ha in dote il cambiamento, ma le tragedie che derivano da una umanità appena nata è già scossa alle fondamenta. Violenza che traduce la propria infantilità in una pratica di vita quotidiana, dove la capacità a gestire i conflitti, quelli personali e sociali, scivola sempre più nell’incapacità a onorare il valore di ogni persona. Violenza che si insinua soprattutto nei più giovani, alcuni rimangono affascinati, altri intontiti, la maggioranza resta interdetta, incapace di alzare la mano, richiamare attenzione, fare e dare giustizia, a chi alla giustizia non ha più capacità di affidare amore per il bene che è collettivo.

Come ha ben detto qualcuno i cambiamenti sociali richiedono tempi più lunghi dei cambiamenti del diritto, ma quel cambiamento tanto auspicato e sospinto avanti dalle varie e ripetute sfide educative appare sempre più un refuso che un nuovo inizio.