Il 14 dicembre 2021 il Parlamento e il Consiglio europeo hanno accolto la proposta della Commissione UE di scegliere "La gioventù e i giovani" come tema per il 2022. Nel corso dell'anno saranno realizzate iniziative e eventi che punteranno, appunto, a coinvolgere i più giovani in tutti i settori di policy e in tutti i livelli istituzionali dell'Unione Europea. I 604 europarlamentari favorevoli (25 i contrari e 68 le astensioni) hanno così sostenuto l’idea di intraprendere maggiori sforzi per includere le priorità dei giovani nei settori di policy afferenti all’UE e in tutti i livelli del processo decisionale dell’Unione.
L'iniziativa è stata concepita come emblematico "risarcimento" per i giovani europei, particolarmente feriti dalla pandemia da Covid-19.
Infatti sono loro la categoria più colpita dalle restrizioni di questi due anni, Da marzo 2020 i Governi europei hanno chiesto ai giovani uno sforzo importante: limitare la propria vita relazionale e sociale, professionale e di studio, per preservare le necessità della popolazione più adulta e tutelare quella più anziana. In questa situazione i giovani – dopo la lunga e faticosa ripresa dalla crisi economica (2007-2013) – si sono mostrati i più vulnerabili agli effetti delle restrizioni messe in atto per rallentare la diffusione della pandemia da Covid-19. Essi infatti si sono trovati più esposti al rischio di perdere il lavoro, attraversare precarietà finanziaria e avere problemi di salute mentale.
Questo scenario è confermato da uno studio pubblicato nel novembre 2021 da Eurofound, dal titolo “Impact Covid-19 on young people in the EU”. Lo studio mostra ad esempio come sul fronte del mercato del lavoro i giovani avessero già carriere professionali molto discontinue. Nel 2019 circa il 13% dei giovani europei era occupato nel settore alberghiero, seguito dall’11% nel commercio e nella vendita al dettaglio e l’11% nel settore sanitario. Circa il 36% di essi possedeva un contratto temporaneo mentre circa il 22% era sotto contratto part-time.
Nel corso della pandemia moltissimi giovani si sono così trovati disoccupati e/o inattivi a seguito della perdita del lavoro e hanno pertanto sperimentato gravi condizioni di insicurezza abitativa (circa il 17% nel 2021) e difficoltà ad arrivare a fine mese (il 43%). Per alcuni tale situazione è stata alleviata solo grazie al contributo economico dei genitori.
Sul fronte dell’istruzione invece uno dei cambiamenti più importanti è sicuramente stato quello riguardante la Didattica a Distanza (DAD) che ha privato i ragazzi in età scolare dell’esperienza emotiva e della socialità che deriva dalla presenza in aula. Conseguenze che, come ormai noto, hanno messo a repentaglio la capacità di molti giovani di relazionarsi con il tempo e lo spazio e, al contempo, di sviluppare appieno la propria identità.
In generale lo studio riporta progressivo peggioramento della condizione di salute mentale dei ragazzi e che, in seguito al ritorno delle restrizioni, nel 2021, il grado di appagamento per la vita abbia raggiunto i suoi livelli più bassi.
Il PE ritiene dunque arrivato il momento di metterli in primo piano”: quest'anno getterà le basi per fornire ai giovani una piattaforma più forte per far sentire la loro voce
L’Anno Europeo della Gioventù prevede l’organizzazione di conferenze e iniziative per incentivare la partecipazione dei giovani al processo decisionale, campagne di sensibilizzazione per un’Unione sempre più inclusiva, verde e digitale e studi e ricerche sulla situazione dei giovani nel contesto europeo.
La realizzazione dell’iniziativa sarà supportata da una dotazione finanziaria aggiuntiva di circa 8 milioni di euro per i programmi Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà e, auspicabilmente, ulteriori finanziamenti saranno mobilitati attraverso programmi e strumenti ad hoc dell’Unione.
Nel corso del 2022 si prevede, inoltre, l’avvio di diverse iniziative “faro” come ALMA, una sorta di Erasmus dei lavoratori rivolto ai giovani che non sono impegnati nello studio e non sono occupati, che intendono fare esperienze professionali temporanee in un altro Paese UE. Le attività dell’Anno Europeo della Gioventù saranno organizzate da coordinatori nazionali in ogni Paese UE, insieme alla Commissione e alle organizzazioni della società civile, e saranno supervisionate dal Parlamento europeo. I deputati hanno negoziato con successo l’obbligo di coinvolgere i giovani e le organizzazioni giovanili, a livello nazionale e comunitario, nella fase di pianificazione delle attività.