Commento alla Seconda prova

 

La seconda prova scritta del liceo economico – sociale, coerente col profilo del nuovo indirizzo

Docenti e studenti dell'opzione economico-sociale del liceo di scienze umane hanno apprezzato la traccia ministeriale

 

esamiL'opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane ha affrontato in questi giorni la seconda prova scritta che, rompendo la tradizione dei vecchi licei che hanno preceduto il nuovo ordinamento, è stata di diritto ed economia e non di scienze umane. Indubbiamente c'era attesa per come docenti e studenti avrebbero recepito questa novità e, soprattutto, per i contenuti della prova.

Va ricordato che la Direzione Generale degli Ordinamenti del Miur, insieme a Sisus – Società Italiana per le Scienze umane e sociali, Fondazione Rosselli, Società Italiana degli Economisti e l'AEEE Italia- Associazione Europea per l'Educazione Economica, hanno lavorato in questi mesi per accompagnare con una serie di incontri in modalità webinar i docenti di scienze umane e di diritto ed economia nell'affrontare ilnuovo esame di stato, il primo del nuovo ordinamento.

Ebbene, i risultati sono stati molto positivi. Sisus, composta da una serie di docenti-ricercatori, realmente presenti in molti istituti dei nuovi licei economico-sociali dal nord al sud e quindi col polso della situazione sui processi innovativi e le resistenze al nuovo delle scuole, ha riscontrato un'accoglienza positiva della seconda prova inviata dal Ministero sia da parte dei docenti, compresi quelli di diritto ed economia direttamente coinvolti, che da parte degli studenti che sono riusciti a svolgere la prova, pur nella novità sia della tipologia che dei contenuti: una trattazione con due brani sul welfare e quattro quesiti su questioni specifiche a carattere economico – giuridico.

La prova è stata in effetti equilibrata ed in grado di intercettare le reali condizioni degli utenti del nuovo indirizzo, così come di rispondere all'asse epistemologico che lo sorregge: non un nuovo corso di economia finanziaria – esistono già infatti in tal senso l'istituto tecnico-commerciale – ma un liceo innovativo che ha per oggetto di studio la contemporaneità ed è in grado di fornire le chiavi di lettura dei processi socio-economici che la caratterizzano. Insomma una scuola con un alto profilo culturale, che educa a ragionare non su questioni di tecnica finanziaria ma ad inserire l'economia ed il diritto nel contesto generale delle scienze umane. Finalità pienamente rispecchiate dalla seconda prova ministeriale, con i brani di Fabrizio Garimberti e Chiara Saraceno che hanno guidato lo studente in una riflessione sul rapporto tra Stato e mercato e in particolare su welfare state e processi globali. Anche i quesiti specifici (sistemi pensionistici e assistenza sanitaria, welfare e rallentamento dei tassi di crescita del Pil, Pubblica Amministrazione e welfare mix, globalizzazione e disuguaguaglianze) sono risultati coerenti con la traccia generale ma nello stesso tempo hanno messo in condizione docenti ed alunni di cimentarsi con approfondimenti più specifici a carattere giuridico-economico.

Certamente un indirizzo nuovo, che richiede una progressiva formazione sia da parte dei docenti,che dovranno sempre più confrontarsi con questioni di confine tra economia e scienze umane,sia da parte degli studenti, ai quali si chiede sempre meno una competenza soltanto disciplinare quanto piuttosto capacità critica e di collegamento dei diversi saperi. In tal senso la prova del liceo economico sociale è stato un ottimo esempio della direzione in cui si sta muovendo un indirizzo che si pone come esempio di scuola dell'integrazione dei saperi. E che mostra anche la saggezza di un Ministero che sa accompagnare docenti e studenti nel processo di crescita culturale e democratica, senza stravolgere in nome del nuovo a tutti i costi.

 

 

Commenti

Va bene quanto scrive Luigi sulla seconda prova del LES. Credo però che non si possa dimenticare l'indirizzo di Scienze umane. Sulla seconda prova di SU allego una nota che nella nostra scuola abbiamo chiesto ai presidenti di commissione di allegare alla loro relazione conclusiva degli esami. Non vi sembra che anche per il LES si debbano proporre più tracce e dare ai candidati la possibilità di scegliere? Esami di Stato 2014-15 Osservazioni sulla seconda prova scritta dell’indirizzo di Scienze umane I candidati hanno incontrato evidenti difficoltà nello svolgimento della seconda prova, attribuibili non tanto agli argomenti proposti, quanto alla stessa struttura della prova. Nel corso del triennio precedente gli alunni si erano esercitati nella stesura di un saggio breve, secondo le modalità attuate sino agli esami del 2013-14. Trovarsi ad affrontare una prova di tipo diverso non ha certo facilitato il loro compito, a prescindere dalle intenzioni di chi l’ha predisposta. Il fatto che solo a breve distanza dagli esami siano giunte alle scuole alcune scarne indicazioni sulle nuove prove non ha consentito di preparare opportunamente gli alunni, come sarebbe stato necessario. La maggiore difficoltà è stata riscontrata nella suddivisione del tema (!) in due parti: la prima di carattere generale, la seconda articolata in quattro quesiti di cui gli allievi dovevano svolgerne due. Molti candidati non sono riusciti ad affrontare l’esposizione della prima parte senza fare riferimento (e quindi anticipare) agli argomenti posti dai quesiti, con la conseguenza di ripetere nella risposta ai quesiti cose già scritte. Il documento introduttivo è risultato particolarmente tortuoso (Giraldi che cita Kerschensteiner che si riferisce a Dewey! Non si poteva citare direttamente quest’ultimo?). Il riferimento al lavoro è un capolavoro di ambiguità: “rendere la scuola bella come il lavoro”. Ma quale lavoro? Siamo sicuri che scaricare legna rende felici? Il problema fondamentale posto da Dewey, cioè di far interagire teoria e pratica nel processo educativo, ancora oggi centrale per le nostre scuole, invece di essere efficacemente messo a fuoco, in questo modo rischia di essere frainteso e confuso. La disposizione ministeriale di suddividere nettamente la valutazione in due parti, comunicata dagli ispettori nell’incontro preliminare con i presidenti delle commissioni d’esame, ha reso particolarmente complicata la correzione dei compiti. Le griglie di valutazione approntate autonomamente dalle commissioni (ma non si poteva proporne qualcuna da parte del MIUR?) nonostante l’impegno profuso sono risultate piuttosto farraginose, complicando, invece di semplificare, il lavoro dei commissari. Date queste difficoltà, cosa è ragionevole proporre per la prossima sessione di esami? Se “la seconda prova scritta…ha lo scopo di accertare il possesso delle conoscenze, abilità e competenze specifiche acquisite dal candidato nell’ultimo anno del corso di studio frequentato” (art. 18 OM n.11 del 29.5.2015), non è necessario proporre un unico argomento, perché non si è vincolati alla verifica di un contenuto specifico. Si possono presentare, come sin’ora era accaduto, diverse tracce sugli argomenti di studio del quinto anno di cui lo studente debba svolgerne una, accompagnando la traccia con citazioni chiare e coerenti, che offrano lo spunto per una trattazione ampia ed articolata del testo. Si avrebbe così l’opportunità di saggiare l’acquisizione sia delle competenze specifiche che delle competenze trasversali indicate nel profilo formativo dell’indirizzo di studi. Angelo Morales