Prove di re-(e)sistenza, di teatro e di libertà
Inviato da giacomo camuri il Mar, 25/03/2014 - 00:00di Giacomo Camuri*
Perché Teatro? E Teatro nella scuola? E’ la congiuntura del presente a rendere ancor più stringente la domanda e a far emergere i sospetti e i pregiudizi che albergano in tanto senso comune. Che il Teatro costituisca una forma di spettacolo tendenzialmente marginale è fuor di dubbio. La storia novecentesca dei media è irrotta sulla scena sociale della comunicazione travolgendone in gran parte le forme consolidate in secoli d’uso più o meno lontani. Cinema, radiofonia, televisione, tecnologia digitale hanno inondato di immagini visive e sonore lo spazio e il tempo di una quotidianità che si è fatta essa stessa sempre più oggetto di spettacolo. La fortuna di un format, il reality show, la colonizzazione ambientale delle telecamere in ragione della sicurezza, la messa in rete di frammenti d’esistenze confezionati in micro-episodi che ne dilatano talvolta la banalità, il desiderio di trasgressione, l’ostentazione oscena, la capillare diffusione degli schermi piatti nei luoghi di transito sono a dimostrare, se non ce ne fosse bisogno, l’avvenuta trasformazione del mondo in un set planetario. Non c’è stanza, stambugio, deposito, non c’è vicolo, via, piazza, non c’è luogo o nonluogo che non sia potenzialmente oggi disposto ad accogliere una scena. Perché allora Teatro, una forma forse un po’ fuori moda e per certi aspetti regressiva di rappresentazione? >> leggi tutto