Proponiamo questa illuminante lettura , una riflessione di Franco Lorenzoni (da Facebook) davvero preziosa
Le riforme, in campo educativo, sono fattive ed efficaci quando gli orientamenti e le prescrizioni, delineate da una legge, si intrecciano con una spinta a farle proprie e a incarnarle da chi la scuola la fa giorno dopo giorno.
A pagina uno del volumetto azzurro che nel 2012 giunse nelle mani di tutte e tutti gli insegnanti troviamo una Lettera del Ministro in cui si legge: “Vi propongo di considerare la fase di attuazione delle indicazioni 2012 come un periodo di coinvolgimento attivo e diffuso di tutte le comunità scolastiche, nel quale torni a prevalere il gusto della ricerca, dell’innovazione metodologica, della sfida dell’apprendimento permanente per allievi e insegnanti. Gli esiti di questo lavoro dovrebbero consentire un adeguamento continuo non solo del curricolo di ogni scuola, ma anche delle stesse indicazioni nazionali”.
La bozza di quella Lettera fu redatta per Francesco Profumo da Giancarlo Cerini, uno dei migliori ispettori abbia avuto la nostra scuola. Era scritta in modo così nitido e pregnante che l’allora Ministro non ritenne necessario apportarvi alcuna modifica. In poche righe vengono infatti lanciate diverse sfide di grande rilievo.
IL PARADIGMA DELLA COMPLESSITA’
“L’IDENTITA’ ITALIANA” DI GALLI DELLA LOGGIA E LOREDANA PERLA CONTRO IL "VULNUS" GLOBALISTA
Molte cose sono cambiate negli ultimi anni e noi ora ci troviamo a confrontarci con un Ministro che dichiara di voler ribaltare quel lungo lavoro di elaborazione e formazione, che qualche esito positivo ci sembra abbia dato alla nostra scuola.
A coordinare il gruppo di lavoro incaricato di rivedere le Indicazioni è stata ora chiamata la professoressa Loredana Perla, che ha da poco pubblicato un piccolo libro, scritto a quattro mani con Ernesto Galli della Loggia, in cui avanza il suo progetto di rovesciamento radicale. Si tratta di “costruire un percorso pedagogico sulla base di un presupposto decisamente diverso da quello che ha informato le Indicazioni ministeriali per il curricolo. Cioè sul presupposto che in realtà la rinuncia all’asse formativo dell’identità italiana, avvenuta in omaggio alle letture globaliste e multiculturali, ha creato un vulnus psicopedagogico nelle giovani generazioni”. Per superare il vulnus globalista per la professoressa Perla c’è una strada già tracciata. Basta rimettere al centro di tutti i processi di apprendimento l’identità italiana, esemplificata da una rilettura del più noto romanzo di De Amicis: il libro Cuore. “Cuore va riletto. Perché crollate tutte le ideologie i suoi contenuti possono aiutare a riscoprire i valori essenziali di cittadinanza (lealtà, generosità, responsabilità) e testimoniarli con buoni esempi agli occhi di chi nasce oggi. (…) Così può accadere che, nel terzo millennio, con la scuola in piena crisi d’autorevolezza e una generazione che fatica a comprendere e a far suo il senso del limite, Cuore, paradossalmente, riemerga all’attenzione di pedagogisti e non solo, come carica anticonformista che fa dimenticare l’Elogio di Franti. E che rende quest’ultimo obsoleto cimelio di una stagione che ha lasciato in eredità ai suoi posteri mille e una mela avvelenata”.
Nelle Indicazioni del 2012 si auspicava una “elaborazione dei saperi necessari per comprendere l’attuale condizione dell’uomo planetario, definita dalle molteplici interdipendenze fra locale e globale, (…) come premessa indispensabile per l’esercizio consapevole di una cittadinanza nazionale, europea e planetaria”. Si sottolineava inoltre come “l’incontro fra culture diverse abbia saputo generare l’idea di un essere umano integrale”.