SALVIAMO IL LES, IL LICEO DELLA CONTEMPORANEITÀ

 

Apprendiamo con sorpresa e sconcerto la proposta, inserita nel disegno di legge “Disposizioni organiche per la valorizzazione, promozione e tutela del made in Italy”, di sopprimere il Liceo Economico- sociale (LES), per sostituirlo con un nuovo percorso liceale denominato del “Made in Italy”.
Il Liceo Economico Sociale è concepito come “liceo della contemporaneità” ed è stato inserito nel panorama dell’offerta formativa nel 2010, con Decreto del Presidente della Repubblica N. 89.
Vera “novità” della riforma dei Licei, questo indirizzo di studi ha introdotto discipline e “buone pratiche” di carattere socio-antropologico, fino ad allora inedite nel repertorio curricolare delle scuole italiane, se non in via sperimentale.

Si veniva a colmare un vuoto rispetto ai modelli educativi europei, in cui da tempo le “scienze sociali in classe” offrivano strumenti educativi e cognitivi utili per formare cittadini consapevoli dell’interdipendenza tra i fenomeni sociali, economici, ambientali e culturali della società contemporanea.
E’ allarmante che senza alcun confronto su quanto l’esperienza di questo liceo - attualmente in crescita e scelto dagli studenti e dalle loro famiglie con dati sempre in crescita, anno dopo anno - ha prodotto nei territori, si intenda eliminare una realtà culturale di significativo spessore. Inoltre, le scelte post-diploma di chi frequenta il LES, sono orientate ad un ampio spettro di possibilità: psicologia, economia, giurisprudenza, organizzazione di eventi culturali, sociologia, scienze della formazione primaria, marketing.

Dalle ipotesi di curriculo del nuovo liceo, inoltre, emerge una palese contraddizione interna: si afferma la necessità di proporre un corso di studi che abbia una forte connessione con il tessuto socio-economico locale, ma, al contempo, non si fa alcun accenno, tra le competenze perseguite, alle Scienze Sociali, saperi indispensabili per comprendere le istanze della contemporaneità, ivi comprese le nuove prospettive della sostenibilità. Di fatto si propone un indirizzo liceale penalizzato a monte da una grave debolezza culturale che adotta una visione del mercato riduttiva, inadatta ai contesti globali in cui si realizzano le scelte economiche comuni. Privarsi del contributo dell’antropologia culturale e della sociologia in dialogo con il diritto e l’economia, impedirebbe di comprendere le dinamiche della società post-moderna e le sfide che i giovani dovranno affrontare, individuate come obiettivi dell’Agenda 2030.
Riteniamo che l’attuale proposta non debba tradursi in un impoverimento formativo e culturale e non debba sottrarre agli studenti la possibilità di scegliere un indirizzo di studi che risponda alla necessità di comprendere le interazioni complesse tra contesti nazionali e sovranazionali.

Qualsiasi nuovo indirizzo, che sia il “Made in Italy” - denominazione anglofona che mortifica la ricchezza della nostra lingua - o un percorso di studi finalizzato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano, non può ignorare i mutamenti storici e le dinamiche complesse in cui si iscrivono le scelte dei singoli paesi.
IL LES ha sempre avuto, come punti di forza (derivati dallo statuto epistemologico delle discipline di indirizzo), la creazione di un habitus mentale interdisciplinare e l’attitudine a “far entrare” il mondo in aula per affrontarne la complessità.

Finalità dell’istruzione liceale sono la formazione e l’affinamento del pensiero critico e creativo da cui possano generarsi nuovi modelli di sviluppo per il futuro.
Questi scopi vanno ben oltre l’acquisizione di conoscenze e competenze connesse genericamente ad una valorizzazione del made in Italy, per affrontare la quale esistono già i curricula degli Istituti tecnici e professionali e dell’Istruzione Tecnica Superiore, in cui potrebbe trovare una più coerente collocazione un indirizzo che ha come obiettivo prioritario la promozione delle eccellenze italiane.

Come comunità educante chiediamo con forza di salvaguardare il Liceo Economico - Sociale scongiurando l’eliminazione delle Scienze Sociali, senza le quali è difficile anche solo “pensare” un’autentica crescita e uno sviluppo economico e civile del patrimonio italiano. Esso offre uno spazio culturalmente inedito e prezioso, una prospettiva di formazione ai saperi essenziali per la comprensione dei fenomeni storico-sociali più tipici della contemporaneità e la sua originale significatività continua ad essere praticata e coordinata in più di trecento scuole su tutto il territorio nazionale.
Sopprimere il LES costituirebbe, dunque, un inganno scolastico, uno sconcio nella formazione, un vandalismo culturale, originati dall’equivoco sociale di spingere verso le aziende una scuola che era stata concepita e orientata verso la società. 

IIS G. DELL’OLIO, 
BISCEGLIE, 16 GIUGNO 2023

                                                                                                       I DOCENTI DI SCIENZE UMANE E FILOSOFIA
Prof. SORIANO PASQUALE
Prof.ssa CORTESE LOREDANA
Prof.ssa DI VINCENZO LUIGIA

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