La questione del Liceo Made in Italy voluto dal Governo Meloni si sta complicando un po’. Per comprendere ciò che sta succedendo è bene fare una breve cronistoria della vicenda.
Nel mese di marzo un gruppo di senatori di FdI deposita un disegno di legge sul tema (prima firmataria la senatrice Ella Bucalo): il provvedimento viene assegnato alla VII Commissione (Cultura).
Il disegno di legge, come avevamo detto fin da subito, non avrebbe però potuto dare risultati concreti prima del 2025 e infatti lo stesso ministro Adolfo Urso (FdI), verso la metà di aprile, confermava questa nostra sensazione, anche se dall’interno della maggioranza di Governo in tanti parlavano di avvio del nuovo percorso formativo, “sponsorizzato” fortemente anche dalla premier Giorgia Meloni, già a settembre 2024.
Il fatto è che il ddl prevedeva che per attivare il nuovo percorso liceale ci si sarebbe dovuti affidare ad uno o più decreti legislativi del Governo.
E, come si sa, quando ci sono di mezzo decreti legislativi i tempi tendono sempre ad essere piuttosto lunghi.
La svolta arriva con il Consiglio dei Ministri del 31 maggio, quando, proprio su proposta del ministro Adolfo Urso, viene approvato un disegno di legge di iniziativa governativa per l’istituzione del “Liceo made in Italy”.
Ma perché il Governo presenta un ddl sulla stessa materia su cui il principale partito della coalizione ha già depositato una propria proposta al Senato?
E adesso, al Senato, cosa succederà? I due provvedimenti verranno unificati oppure semplicemente si cancellerà di fatto il ddl presentato come prima firmataria dalla senatrice Ella Bucalo?
Intanto, va detto che le due proposte sono solo apparentemente simili perché il ddl Urso approvato dal Consiglio dei Ministri prevede che l’ordinamento del nuovo percorso venga definito con un decreto del Ministro e non con un decreto legislativo.
In altre parole, in questo modo si potrebbero restringere i tempi per la realizzazione della riforma.
E’ molto probabile, dunque, che il ddl Bucalo venga accantonato anche perché nella proposta del Governo c’è una novità importante: si prevede, infatti, anche l’istituzione della Fondazione “Imprese e competenze”, con il compito, tra l’altro, di promuovere il raccordo tra le imprese e i licei e di gestire l’”Esposizione nazionale permanente del Made in Italy”.
Tanto che poche ore fa la stessa senatrice Bucalo ha dichiarato: “Entro 90 giorni il Liceo del Made in Italy sarà una realtà. Il consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito, ha dato infatti il via libera a questo nuovo percorso formativo che prenderà il via entro l’anno scolastico 2024/205. Si tratta di una novità assoluta nella scuola italiana per la quale non posso che esprimere grande soddisfazione”.
“Il Liceo – aggiunge Bucalo – è una alternativa importante per dare una opportunità di grande rilievo ai giovani con la creazione di una figura altamente specializzata a sostegno e a tutela dei prodotti italiani. Un percorso formativo di eccellenza, volto a formare una classe dirigente in grado di mettere a sistema opportunità e criticità, di puntare su solide competenze in economia, marketing, diritto e comunicazione digitale, senza però mai trascurare la conoscenza dell’enorme patrimonio socio-culturale e artistico del nostro Paese”.
Curiosamente, però, non c’è neppure un accenno alla proposta di legge di cui lei è la prima firmataria, come se sia ormai scontato che di qui in avanti in Parlamento si discuterà il ddl Urso e non il suo.
Reginaldo Palermo, TECNICA DELLA SCUOLA
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