È mio compito, questa sera, introdurre e fare un coordinamento generale dei lavori.
Consideratemi dunque il fil rouge della serata, quasi una voce fuori campo. Non cederò pertanto alla tentazione – che pure sarebbe grandissima – di abbandonarmi all’onda dei ricordi, tanti, di carattere professionale, ma anche personali (non ultimo il ringraziamento dell’immenso dono che mi ha fatto di partecipare alla festa per il mio pensionamento insieme alla cara amica Lucia Marchetti! Non credo che potrò mai dimenticare l’emozione che provai nel giardino dell’ “Ainis”, a Messina, quell’11 giugno del 2009! Né la gratitudine per la sua affettuosa e generosa testimonianza resa in quel contesto…). Qui lascerò spazio alle tante e qualificate voci che, meglio di me, sapranno ricordarne la figura e l’opera, e non ruberò loro altro tempo. Mi piace solo prendere in prestito alcune espressioni di un bellissimo contributo di Giancarlo Mori , che è stato preside del liceo Ariosto di Ferrara dal 1990 al 2006, e con Lei – e con tutti noi qui presenti – ha condiviso battaglie, entusiasmi, e tanto duro lavoro:
«Ci vuole una biografia di spessore come quella di Anna Sgherri per leggere i segni dei tempi. …
Riflettere sul suo profilo professionale e raccontarne la trama complessa e coinvolgente richiede di non cadere in automatismi mentali e in trappole emotive che produrrebbero una sindrome da Antologia di Spoon River. Al contrario, analizzare il contributo di Anna Sgherri alle politiche del riformismo scolastico può diventare un utile esercizio di contrasto alla diffusa attitudine al pensare riduzionistico, quando si parla di scuola. »
Mi piace riportare queste poche frasi perché esprimono il senso di questo seminario, che abbiamo voluto non solo e non tanto “commemorativo”, ma anche, e soprattutto, proiettato in avanti operativamente, perché è così che a Lei sarebbe piaciuto.
Perché la lezione di Anna, intrisa di “buone pratiche”, come sicuramente emergerà dagli interventi che seguiranno, è di grandissima attualità didattica non solo nell’oggi, ma sicuramente anche per la scuola di domani.