VEDERE ATTRAVERSO, CON LE SCIENZE NEL CUORE
Lucca, 29-31 marzo 2007
Il programma
dirigente scolastico Liceo Machiavelli Lucca: prof. Vittorio Barsotti
A Sezze nel marzo scorso ci siamo lasciati con l’idea di questo liceo come un possibile modello di scuola.
Ed è con questa consegna che a Lucca stiamo lavorando intensamente non soltanto per organizzare il Convegno di marzo “Vedere attraverso con le scienze nel cuore” ma anche per poter restituire una base di partenza condivisa e coerente con le nostre scelte di buone pratiche del Liceo delle Scienze Sociali.
Infatti l’identità storico antropologica di questo particolare tipo di Liceo, da noi considerata irrinunciabile, è in doverosa e continua evoluzione nella progettazione del curriculum, ma anche soggetta a forti spinte contrastanti, soprattutto da parte di quei docenti che non ne comprendono l’asse culturale.
Lavoriamo accompagnati dall’idea che per una cittadinanza attiva e responsabile occorra coltivare il pensiero critico e la volontà di “spendersi”… poiché la democrazia non è una realtà compiuta ma un processo in continuo divenire.
E’ con questa voce che chiediamo a tutte le scuole di intervenire curvando le proprie riflessioni sul tema dato al convegno per potere ascoltare e ascoltarci nel confronto che si andrà a sviluppare in un giorno e mezzo di lavori.
Proponiamo una sintesi dei punti che riteniamo importanti per la discussione:
Nell’ambito della ricerca spesso ci avviciniamo alle leggi della scienza e della logica non soltanto per trovare appoggio rigoroso, quanto piuttosto per definire i limiti della ricerca stessa, infatti non tutto può essere spiegato, c’è il rischio di far diventare banale quello che non lo è, ci sono certe idee, certe folgorazioni alle quali si può solo facilitare l’accesso, percorsi complessi che poi vanno affrontati di persona, con individuale disponibilità alla scoperta.
La scoperta è il cuore dell’impresa scientifica, la scoperta genera cultura, la cultura è alla base della ricerca e della sua metodologia, cioè la possibilità di essere capaci di confrontarsi, di mettere in discussione i confini rigidi tra le discipline, di sapersi orientare tra il mito della scienza come certezza assoluta e la ricerca della ragione.
Le scienze dure (la fisica, la chimica, la biologia) dimostrano di continuo e con discreto successo che molte cose sono l’opposto di quello in cui crediamo, con molta più resistenza si accettano invece le scomode lezioni della psicologia o dell’antropologia culturale e sociale. Alla scienza ci rivolgiamo nella nostra affannosa ricerca di spiegazioni, ma la ricerca del senso spesso ci vede disorientati, ecco perché ci aspettiamo dalla comunità scientifica un messaggio argomentativo che abbia le sue basi di civiltà nella discussione illuminista.
La scienza non cerca similitudini ma identità, la scienza detesta i paragoni anche quando questi sono indovinati, ma riconosce i modelli e le rappresentazioni che sono l’essenza della nostra vita mentale, infatti niente di ciò che esiste potrebbe diventare cosa per noi, se prima non riuscissimo a rappresentarcela mentalmente. È un processo di induzione naturale nel quale il sapere mitico è importante, forse primo inevitabile passo verso quello scientifico, l’analisi delle fiabe e dei miti risponde allo sviluppo di dati cognitivi primari. Il mito nasce all’interno di una sapiente tradizione orale ed è poi utilizzato per fissare la prima grande cultura scritta.
Un’altra tematica per noi fondamentale è quella della diversità e siamo certi che questo lo sia anche per la scienza, o almeno per quella parte di essa che è cosciente che soltanto le macchine non cambiano mai in quanto fatte di componenti che restano identici e hanno un solo progetto che è stato pensato dall’uomo ed è quindi esterno e non modificabile, mentre il progetto di un essere vivente cambia continuamente.
Messi di fronte a scelte didattico-educative, ci rifiutiamo di far nostra l’idea che una lezione sia un trasferimento di informazioni dalle note di un insegnante a quelle di uno studente senza che niente passi attraverso la mente né dell’uno, né dell’altro.
Per orientarci in questi nostri comuni pensieri offriamo brevi letture di riferimento:
Massimo Piattelli Palmarini – I linguaggi della scienza
Marcello Buiatti – Il benevolo disordine della vita
Donata Fabbri – La memoria della regina
Gargani, Iacono – Mondi intermedi e complessità
Intervista a Giulio Giorello – Non sparate sul mito –La Repubblica 5 gennaio 2005
Enrico Bellone – Gli scienziati che parlano di pace – Riflessioni dal festival della scienza a Genova, la Repubblica – novembre 2006
Dal Pianeta Galileo – Atti 2005 – dagli interventi di Alberto Peruzzi, Rosanna Nencini, Alessandro Pagnini.
Gli studenti della 3°B del Liceo delle Scienze Sociali "Machiavelli" di Lucca, attraverso la loro particolare esperienza di stage (sostegno alla fase preparativa e di accoglienza presso il convegno), hanno vissuto di persona e attivamente le fasi di "Vedere Attraverso".
Questi sono alcuni frammenti di pensieri evocati dal loro vissuto.
Per imparare delle discipline, non è sufficiente stare chiusi in classe, con la testa china sui libri, lontani dal mondo.
L’insegnamento non è fatto solo di spiegazioni e complicati esercizi, ma anche di esperienza.
Bisognerebbe studiare anche in giardino, là dove l’aria è meno rigida e tesa. Quello detto dalla Lanciano sembra impossibile, perché alcune usanze si stabilizzano e diventano consuetudini, sembrano situazioni che non si possono scalfire, mettere in dubbio, ripensare, espresse in frasi come questa: “La scuola è un edificio chiuso e l’insegnamento si realizza nelle aule”.
Matteo
Molti ragazzi, soprattutto, nella scuola superiore, trovano nella scuola un ulteriore ostacolo alla propria crescita, invece che un aiuto. In conclusione sono stati tre giorni istruttivi, piacevoli e un modo di verso di fare scuola ed imparare.
Chiara
Si può lavorare sulla capacità, si può migliorare nel tempo.
Un insegnante parlava del comportamento degli alunni nei confronti di un insegnante e viceversa. Questo argomento mi ha colpito molto, perché sono loro come prime persone a formare un clima scolastico e rispettarsi tra di loro reciprocamente.
Gabriela
I docenti ci volevano far capire che dobbiamo conoscere, vedere quello che ci circonda
Rrezart
Gli argomenti che i professori hanno affrontato, quelli che ho seguito, mi sono piaciuti, riuscivo bene a seguirli ed erano veramente interessanti perché riguardavano la scuola, le scienze, il comportamento degli insegnanti con gli alunni
Martina
Stando 12 ore insieme e svolgendo un’attività diversa da tutti gli altri giorni abbiamo potuto condividere dei momenti che penso resteranno nel cuore di ognuno di noi. Sentirci adulti. Vedere il mondo con altri occhi, occhi che non avevamo mai utilizzato.
Elena
Ho apprezzato l’intervento del professor Santoni dell’università di Firenze.
Ha trattato del tema della formazione dell’insegnante …ha parlato della capacità di trasmettere, i professori devono saper prima comunicare con il loro alunni per essere ritenuti buoni professori.
Sarah
Credo di aver acquistato anche un po’ più di sicurezza e fiducia in me stessa e nelle mie capacità quindi non posso che essere soddisfatta e fortunata di questa nuova esperienza. Perché organizzare queste cose mi piacerebbe farlo per lavoro.
Angela
Mi è sembrata una cosa positiva che i professori abbiano messo in discussione il metodo di insegnamento e affrontato i loro problemi, i dubbi, difficoltà nel rapporto con gli alunni. Riguardo alla mia attività credo di essere riuscito ad eseguire bene il mio compito e non solo visto che mi sono dovuto occupare di altre cose.
Gianluca
Lo stage per me è stato un’esperienza nuova, ho lavorato e mi sono divertito, cosa che di solito non mi riesce molto bene, mi è servito per avere un linguaggio formale quando sono a contatto con persone a me sconosciute. Poteva essere di una durata un po’ più lunga. Io facevo parte del buffet e se abbiamo ricevuto molti complimenti vuol dire che la cosa è riuscita.
Tommaso
Tema principale del convegno, come già si può intuire dal titolo e dall’illusorio quadro del pittore Magritte, è stato quello di prendere in considerazione immagini della realtà, del mondo sensibile, cercare di trarre significati dal contesto. Proprio come colui che ammira il suddetto quadro, l’osservatore e della realtà (uomo), scopre diverse problematiche: ciò che vede è reale o no? E’ semplicemente una copia del vero, ciò che sta dietro? Ecco che matematici, filosofi, scienziati e biologi si sono riuniti a questo convegno, il quale è diventato occasione per andare oltre quella vista che ci limita, grazie alle proprie capacità e strumenti si è creata la giusta atmosfera per sollevare ogni incertezza, confrontarsi ed avvicinarsi a quelle che sono le molteplici verità della nostra vita.
Lo stage è un’esperienza di lavoro e di formazione molto importante (è stato ribadito più volte anche dai convegnisti). Si è svolto nel migliore dei modi (eccetto qualche pecca di noi organizzatori) in tre giorni impegnativi ma anche divertenti. Tutta la classe è stata messa alla prova, in special modo il primo giorno, sia in provincia che alla sede del classico, per i preparativi e l’imminente arrivo degli ospiti. L’agitazione e la tensione permeavano nell’aria. Per la prima volta mi sono sentita davvero importante. Le successive giornate sono state altrettanto piene, le ho vissute con più tranquillità, oramai tutti ci eravamo calati perfettamente nei tanti ruoli e vivevamo la nostra prima esperienza lavorativa come se fosse un’attività ripetuta per molto tempo.
Caterina
Il ruolo che ho ricoperto durante lo stage è stato quello di preparare le cartelline, che sarebbero poi servite come materiale informativo ai docenti presenti al convegno.
Questo stage per me è stato molto importante, è stato senza ombra di dubbio un lavoro faticoso, ma mi ha fatto capire come si lavora al di fuori della scuola, rispecchiando il mondo del lavoro in cui saremo poi proiettati.
È stata un’esperienza molto positiva, mi è piaciuto rapportarmi con le persone in maniera diversa, in maniera più professionale.
Spero di poter rifare al più presto un’esperienza così…
Greta
Vedere attraverso perché fa parte della condizione umana. Secondo Nicoletta Lanciano “Tutto ciò che non viene comunicato e non è patrimonio dell’umanità non è scienza”.
Il desiderio di sapere, simbolicamente si rifà al mito della caverna di Platone, diffuso durante il convegno, il quale rappresenta la condizione umana, la liberazione dell’uomo dalla “schiavitù” dell’opinione.
E’ state un’attività calibrata sulle nostre capacità anche per questo è riuscita molto bene
Nicoletta
Alla fine del convegno ci hanno fatto i complimenti, chiudendo un occhio in quei momenti in cui non siamo stati molto silenziosi.
E’ stato bello essere diversi e non come ci ha detto il professor Marcello Buiatti “Oramai gli studenti non copiano e con questo non c’è più cooperazione, tutti pensano per sé senza più chiedere aiuto”.
Sara
Non credo proprio di non essere stato molto attento a ciò che veniva detto, ma qualcosa in qualche modo mi è rimasto..
Lorenzo (il fotografo)
Nicoletta Lanciano, una professoressa che ha proposto un nuovo modo di apprendere stando cioè all’aria aperta, a contatto con la natura e lavorando con materiali come la colla e le forbici. …Inizialmente ero un po’ preoccupata, ma poi sono riuscita a battere la vergogna e la timidezza.
Per me è stata una bella esperienza con la gente e per confrontarci con una nuova esperienza e con un nuovo modo di apprendere.
Lucrezia
Come accennato all'inizio, gli studenti della classe terza B hanno partecipato all’organizzazione e alla riuscita del Convegno, realizzando in questa esperienza l’attività di stage.
Il Convegno Nazionale della Rete Passaggi - Le scienze sociali in classe – organizzato a Lucca dal 29 al 31 marzo 2007 “Vedere attraverso, con le scienze nel cuore”, si propone di continuare il percorso di riflessioni comuni elaborate nel Convegno di Sezze dell’anno passato.
Vogliamo contribuire a queste riflessioni, alla luce di una trentennale esperienza di “fare scuola”, proponendo come traccia alcune questioni, nella convinzione che il Liceo delle Scienze Sociali possa costituire un possibile e rigoroso modello didattico e pedagogico.
29 marzo pomeriggio
30 marzo mattina
30 marzo pomeriggio