entrare dentro la rete
Definizione della rete
La forza di un legame è data dalla combinazione di tempo, intensità, emozioni e scambio di servizi
Questa locuzione è apparsa alcuni anni fa nella letteratura statunitense [1], per esprimere la rappresentazione di un’organizzazione in cui fatti e parti dell’organizzazione ‘accoppiati’, collegati sono sì aperti all’influenza reciproca, ma ciascuno preserva la propria identità, la propria separatezza in senso fisico e non. C’è qualche cosa che li lega, sono attaccati l’uno con l’altro, ma questo attaccamento reciproco può essere esile, circoscritto ad aspetti limitati, fragile e debole. Queste connessioni slegate, questi legami allentati, (per dare al termine loose coupling una traduzione italiana), comportano precarietà, dissolvimento, zone di implicito, ma sono anche la “colla” che tiene insieme l’organizzazione. (…) Per le organizzazioni queste modalità di funzionamento allentato sono molto meno costose di quelle che esigono forte integrazione e che richiedono investimenti nel coordinamento, nelle comunicazioni, nella gestione dei conflitti. (…)
Un’organizzazione apparentemente disordinata, in cui sembra che ognuno vada per i fatti propri, ma in cui trovano realizzazione obiettivi vari, anche molto significativi per la vita dei singoli. Vi sono delle regole generali, fornite dal sistema delle professioni e dal funzionamento dell’amministrazione pubblica nel suo complesso, ma vi sono anche suggerimenti ed esplorazioni organizzative con cui i singoli e i gruppi interagiscono per raggiungere le mete proposte. Sono fenomeni organizzativi che in fisica vengono chiamati “auto-organizzazione”, che sfuggono all’imbrigliamento entro leggi fisse e generali [2]” (Olivetti Manoukian, 1988)
La rete come sostegno sociale
“Il sostegno sociale rappresenta il supporto emotivo, informativo, interpersonale e materiale che è possibile ricevere e scambiare nelle reti sociali” (Francescato, Tomai e Ghirelli, 2002)
Il protagonismo di tutti (se lo si vuole)
“ Nel lavoro di rete si dice che l’utente non c’è perché anche il soggetto più debole può (se lo vuole) agire per il bene comune, anch’egli può (se lo vuole) essere un operatore nella rete dove tutti, specialisti compresi, sanno e non sanno, sono deboli e sono forti, cioè sono agenti sensati su una stessa barca che sperano in bene”. (Folgheraiter, 2006)
Riferimenti bibliografici
P. Amerio, Psicologia di comunità, Il Mulino ,2000.
J. A.Barnes, Social networks, Reading, 1954.
D. Francescato, G. Ghirelli, M. Tomai, Fondamenti di psicologia di comunità. Principi, strumenti, ambiti di applicazione, Carocci, 2002
F. Folgheraiter, La cura delle reti Erikson, 2006
M.Granovetter, The strenght of weak ties in American Journal of Sociology, 1978,
F. Olivetti Manoukian, Stato dei servizi, il Mulino, 1988
[1] K.E.Weick, Educational Organizations as Loosely Couplet Systems, in “Administrative Science Quarterly”, 21 (1976), pp.1-19
[2] R.Serra, G.Zanarini, Tra ordine e caos. Auto-organizzazione e imprevedibilità nei sistemi complessi, Bologna Clueb, 1986