ASSOCIATION OF EUROPEAN ECONOMICS EDUCATION
ASSOCIAZIONE EUROPEA PER L’EDUCAZIONE ECONOMICA
Milano, 8 marzo 2009
Agli organizzatori del Convegno Nazionale “La scuola davanti alle emergenze del sistema – Storia, esperienza e riflessioni nel Liceo delle Scienze Sociali” 31 Marzo – 3 Aprile 2009
L’Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE-Italia dà ben volentieri la propria adesione al Convegno “La scuola davanti alle emergenze del sistema “ritenendolo un momento di confronto assai utile sulle prospettive della presenza delle scienze sociali nei licei italiani.
Il Presidente dell’AEEE-Italia
Enrico Castrovilli
Nota dell’Associazione Europea per l’Educazione economica AEEE-Italia sulla presenza dell’economia e delle scienze sociali nella scuola italiana
1. In relazione all’avvio dei nuovi sei Licei e al riordino degli Istituti tecnici e professionali, previsti per l’anno scolastico 2010/2011, può e deve aprirsi una fase di riflessione nel merito dei principi e delle impostazioni disciplinari e curricolari richieste da questo processo. Il ridisegno in Italia del sistema scolastico secondario superiore potrà essere adatto ai tempi e durare nel tempo se sarà basato su di un’architettura ben meditata.
2. L’Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE-Italia, la principale associazione italiana di docenti di economia politica, economia aziendale e di diritto, intende con questa nota esprimere alcune proprie riflessioni sugli aspetti relativi alle discipline che formano oggetto delle propria attività associativa. Queste osservazioni prendono le mosse dal contesto economico, sociale e politico sia interno al nostro paese che internazionale. Se la situazione è densa di incognite, a maggior ragione essa impone una dotazione di competenze particolarmente solide, tali da garantire la capacità di ciascuna persona di effettuare le scelte fondamentali per costruire i propri percorsi di vita e di lavoro.
3. Le discipline su cui si esercita l’attività dell’AEEE-Italia costituiscono il grappolo delle scienze sociali moderne, si fondano sulla più forte di esse, l’economia, comprendono economia politica, economia aziendale, diritto, oltre ad altre scienze sia sociali (come sociologia, geografia economica ed altre) che quantitative (statistica, econometria, metodi quantitativi ed altre). Questo grappolo di discipline può dare un contributo significativo alla definizione delle competenze comuni di cittadinanza. Vale la pena ricordare a questo proposito che la Raccomandazione del Parlamento europeo del dicembre del 2006, comprende tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente, quelle “sociali e civiche” e quelle dello “spirito di iniziativa e imprenditorialità”. Nella loro descrizione numerosi sono i riferimenti alla comprensione della dimensione socioeconomica, agli aspetti dello sviluppo socioeconomico e alla necessità di una conoscenza generale del funzionamento dell’economia.
A sua volta in Italia il Decreto Ministeriale del 22 agosto 2007, relativo agli adempimenti dell’obbligo di istruzione, ed i documenti ad esso allegati definiscono la presenza dell’asse storico-sociale e declinano tra le competenze quelle di “riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio”.
4. In numerosi paesi europei ed extra-europei queste considerazioni hanno da tempo determinato la presenza dell’economia e delle altre scienze sociali all’interno dei sistemi scolastici nazionali, non solo negli indirizzi tecnici-professionali ma anche in quelli generalisti-liceali. E’ proprio l’inserimento della cultura economica nei licei, come accade in quelli francesi ed inglesi, la loro maggiore diffusione in corso in quelli spagnoli e tedeschi, l’educazione alla cittadinanza che prende corpo in tutto il continente europeo, che fanno capire quanto questo grappolo di discipline stia a cuore alle popolazioni ed alle loro istituzioni, allo scopo di favorire concezioni e pratiche di cittadinanza attiva e responsabile. I licei e le scuole non terminali fondate sull’economia sono diffuse e popolari, al loro interno i giovani europei riescono a porre domande e a cercare risposte su questioni attuali che gli altri licei, fondati su differenti assi culturali, non sono in grado di offrire.
5. Questo grappolo di discipline ha avuto una vita piuttosto difficile nell’ultimo decennio nella scuola italiana. Il tentativo della riforma Moratti (decreto legislativo n. 226 del 2005) di un nuovo liceo economico aveva generato un ibrido mal riuscito in cui convivevano e si scontravano cultura generale e cultura tecnico - professionale. La sua successiva abrogazione durante il ministero Fioroni, avvenuta con l’art. 13 della legge 2 aprile 2007, non ha visto riaprirsi ma semmai chiudersi l’ipotesi di una cultura economica in grado di avere un ruolo significativo nei licei italiani.
Un velo di silenzio è sceso sul possibile ruolo dell’economia e delle altre scienze sociali nel quadro disciplinare dei licei italiani.
6. L’AEEE-Italia vuole contribuire a sollevare questo velo di silenzio.
Si segnala a questo proposito il contributo che l’Associazione ha dato al recente libro “Cultura economica nei licei” pubblicato da Franco Angeli nella collana dell’ex-IRRE Lombardia (ora Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica della Lombardia).
Si sottolinea l’avvio di significative iniziative da parte delle più importanti istituzioni bancarie e finanziarie italiane, tra le quali la Banca d’Italia, l’Osservatorio Giovani-Editori, gruppi bancari quali Intesa Sanpaolo, gruppi assicurativi e alcuni tra i principali quotidiani italiani, tra i quali Il Corriere della Sera ed Il Sole 24 Ore, l’attenzione dedicata da un Focus del Corriere della Sera nello scorso luglio all’economia e alla finanza nei licei. Questi enti hanno messo nelle loro agende la creazione di spazi per la cultura finanziaria ed economica nei licei e in tutte le scuole italiane, per ricreare un clima di fiducia tra i cittadini e le istituzioni finanziarie e per iniziare a colmare l’asimmetria tra la carente cultura economica dei cittadini e dei giovani da una parte e quella degli operatori del settore dall’altra. Clima di fiducia che è una delle componenti indispensabili per fronteggiare l’attuale crisi economica. L’Associazione cercherà di contribuire alla diffusione e al successo di tutte le iniziative locali o nazionali che si muoveranno in questa direzione.
7. Tra gli operatori scolastici dei bienni liceali di indirizzi sperimentali dove l’economia e i diritto hanno trovato parziale accoglienza, sussistono diffuse preoccupazioni sulla minore presenza di questa area di discipline in base alle bozze di regolamenti in corso di discussione a livello ministeriale. Nella Relazione illustrativa allo “Schema di Regolamento recante norme concernenti il riordino dei licei” si afferma che gli elementi di diritto ed economia (discipline individuate come obbligatorie a scelta) sono discipline “pur importanti ai fini della personalizzazione, ma non sono state ritenute decisive e irrinunciabili”. Su questo punto l'AEEE-Italia esprime un suo diverso convincimento: l'economia, il diritto, le altre scienze sociali costituiscono competenze basilari per la moderna cultura di cittadinanza.
L’articolo 1 della legge n.169/2008 ha aperto nei licei anche la strada all’insegnamento di “Cittadinanza e costituzione”, al tempo stesso ponendo una serie di interrogativi non risolti. In particolare non viene sciolto il nodo di quale modello curricolare adottare, tra quelli presenti nelle scuole europee, così come recensiti da Eurydice. Vale a dire se essa sia una “materia separata obbligatoria od opzionale” quindi dotata di curricolo, orario e valutazione, oppure una “educazione integrata in una o più materie come la storia e la geografia” o ancora “una tematica educativa trasversale in modo che i principi di educazione alla cittadinanza responsabile siano presenti in tutte le materie del curriculum”. Ma anche quando questo nodo sarà sciolto perché limitare la presenza alle tematiche della Costituzione? Se la scienza delle regole (il diritto) può dare un senso profondo al contenuto dello studio, non è altrettanto vero che ancor meglio si potrebbe fare, qualora la scienza delle regole fosse affiancata in tutti i bienni dalla scienza delle scelte, l’economia? Del resto non è esattamente quanto afferma il Documento ministeriale d’indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” del 4 marzo scorso, quando esso prevede tra le situazioni di compito inerenti ad “Alterità e relazione” quella di “individuare come i nuclei portanti della cultura economica intervengono a qualificare le politiche economiche nazionali ed internazionali”?
8. I ragionamenti proposti non implicano una valutazione positiva o negativa complessiva sul riordino in corso. Essi si limitano a sottolineare una questione, del resto per l’AEEE-Italia decisiva. Tutti i ragionamenti e le migliori pratiche europee sopra citate portano alle medesime conclusioni. L’economia e le altre scienze sociali fanno parte per loro natura della dotazione irrinunciabile delle competenze di cittadinanza. Non a caso la terza indagine internazionale ICCS (International Civic and Citizenship Education Study) in fase di avvio nel marzo 2009, ad opera della IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement), intende proprio “identificare ed esaminare, all’interno di una dimensione comparativa i modi in cui i giovani vengono preparati per svolgere in modo attivo il proprio ruolo di cittadini in società democratiche”.
Il convincimento dell’Associazione è il medesimo. L’insieme di queste scienze genera un forte spazio conoscitivo ed operativo. Fecondo può essere il dialogo che l’economia scienza duttile, aperta e flessibile, al tempo stesso logica, teorica, storica, quantitativa, valoriale ed operativa e quindi pienamente umana, può intessere con le discipline classiche, scientifiche e matematiche. Da ciò discende che l’economia e le altre scienze sociali possono e debbono finalmente trovare uno spazio significativo nella filiera liceale e che debbono essere collocate nelle competenze comuni di tutti gli studenti.
9. Sulla base di queste considerazioni, l’Associazione sottopone ai decisori delle politiche scolastiche ed al mondo della scuola una serie di proposte. Essa spera che tali proposte possano essere prese in attenta considerazione, mentre al tempo stesso si dichiara disponibile a realizzare momenti di discussione ai più diversi livelli con gli interlocutori che lo desidereranno.
In primo luogo l’AEEE-Italia chiede se nell’attuale piano orario del Liceo delle Scienze umane non sia possibile creare una curvatura che possa accogliere l’economia e le altre scienze sociali come discipline caratterizzanti di questo nuovo liceo, sulla falsariga dell’apprezzato modello francese del Liceo generalista ES (Economico e Sociale).
Essa propone in secondo luogo che il diritto e l’economia siano presenti nei bienni dei diversi licei non solo come materie opzionali, ma come materie dell’educazione di base di tutti i giovani italiani.
Ritiene infine che le quote di variabilità dei curricoli e la quota regionale dei piani di studio personalizzati definita dalle varie leggi regionali possono anch’essi costituire utili occasioni tramite le quali dare all’economia e alle altre scienze sociali lo spazio che meritano nei licei e nella scuola italiana.
Il Direttivo dell’Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE-Italia
Milano, marzo 2009