Durante la giornata del 30 marzo, i partecipanti si sono divisi in quattro gruppi per approfondire vari contesti come da programma
AZZOLLINI:
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sono state pubblicate sul sito del M.I.U.R. le indicazioni nazionali i cui contenuti saranno sottoposti al parere del C.N.P.I. e di tutti coloro che vorranno, attraverso il sito, intervenire nel merito. Chiusa la fase interlocutoria il ministro, presumibilmente entro aprile, potrà firmare il decreto relativo alle indicazioni nazionali. Dovrebbe, invece, essere pubblicato entro l’inizio del prossimo anno scolastico a cura del M.I.U.R. un documento relativo alla valutazione/autovalutazione di istituto. Per quanto riguarda le classi di concorso pare che per il 2010/11 si utilizzeranno le vecchie classi di concorso facendo confluire in esse i nuovi insegnamenti.
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PARISI:
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gli organici regionali saranno calcolati tenendo conto dei diversi gradi scolastici? E’ possibile accettare che alcune scuole abbiano proposto alle famiglie un’infinità di quadri orari diversi per lo stesso indirizzo e unità orarie di diversa durata per inserire nuove materie?
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SGHERRI:
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l’obiettivo della riforma era di ricondurre ad un curricolo maggiormente snello attraverso la riduzione delle materie. In questo modo si rischia di ritornare al punto di partenza.
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QUINTABA’:
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a Bologna l’orientamento alle famiglie è stato gestito in collaborazione tra l’ASABO e la Provincia, utilizzando i soli quadri ministeriali, poi ogni scuola è intervenuta con minime variazioni. E’ opportuno che lo sguardo passi dal quadro orario al curricolo e al metodo di lavoro.
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BRUSCHI:
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a Mantova l’orientamento è stato fatto in accordo con i colleghi presentando lo stile di lavoro di ciascuna scuola. Purtroppo sta già comparendo nei siti un uso improprio del termine indirizzo per spiegare la piegatura dovuta all’utilizzo della quota di autonomia.
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STANCANELLI:
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tutti sanno che la riforma si basa su scelte di tipo economico e, quindi, ci troviamo di fronte ad un totale disorientamento delle famiglie. Sarebbe opportuno definire un modello orario unico da presentare come scelta di questo convegno.
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GIOVANNETTI:
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la quota di autonomia è nata per garantire il mantenimento delle buone esperienze presenti nelle scuole. Al contrario di quanto succede nei corsi sperimentali, la riforma prevede che la quota dell’autonomia ricadrà nell’organico di diritto.
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CLEMENTE:
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si devono individuare i nuclei fondanti delle scienze umane e su quelli ipotizzare un quadro orario possibile.
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SGHERRI:
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si deve ricordare che il D.P.R. 275/99 voleva disciplinare entro certi argini il dilagare di sperimentazioni. Si deve partire dallo statuto epistemologico dell’indirizzo (identità) e su questo misurare la tenuta delle eventuali modifiche orarie. La quota dell’autonomia non deve servire ad abbellire il curricolo o a salvare la cattedra. Non si può lavorare solo sul metodo ma bisogna individuare l’identità del curricolo definendo delle polarità che possono essere irrobustite con piccoli spostamenti orari.
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AZZOLLINI:
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alle spalle del D.P.R. 275/99 c’era il decentramento amministrativo (Bassanini) e con la modifica del Titolo V le Regioni sono destinate a diventare i veri gestori dell’istruzione. L’autonomia deve servire per ricondurre le scelte delle scuole in una relazione positiva con gli enti locali.
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DI FALCO:
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il problema è lasciare la decisione in mano ai Collegi dei docenti evitando la “guerra civile”.
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BRUSCHI:
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è sembrato opportuno, almeno per quest’anno, indicare alle scuole cautela nel modificare i quadri orari ministeriali. La scelta di modificare il quadro orario dell’opzione economico-sociale è dovuta al non-riconoscimento dell’epistemologia del curricolo.
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QUINTABA’:
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poiché nei collegi si rischia che siano portate avanti scelte individualiste (salva cattedre), è opportuno individuare altri luoghi di riflessione dove ripensare all’identità dei percorsi e alla definizione delle competenze.
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OBER:
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in Trentino dal 2006 è partita la riforma Dal Maso, una riforma nella riforma, che ha portato ad una proliferazione degli istituti turistici. L’orientamento è stato molto variegato: da chi ha presentato i quadri orari del M.I.U.R. a chi ha inventato percorsi inesistenti.
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PARISI:
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sarebbe opportuno che ci fosse un controllo puntuale da parte del MIUR delle diverse proposte fatte dalle scuole.
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PIGNANELLI:
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il Collegio dei docenti, prima attendista, ha deciso di inserire la musica. Si è inoltre deciso di organizzare incontri per aree disciplinari.
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AZZOLLINI:
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si chiede se la Rete Passaggi possa “perdonare” la scelta della Cabina di regia di aver cambiato il curricolo in modo così pesante. Considerati i profili in uscita e gli esiti attesi si evidenzia che questo dell’opzione è un nuovo percorso nato per altri possibili utenti. Chiede ai presenti di scommettere su questo nuovo percorso facendo confluire le vecchie scienze sociali nell’attuale liceo delle scienze umane. Il curricolo dell’opzione sta incontrando un certo interesse da parte delle tre università milanesi (Statale, Bocconi, Bicocca) che chiederebbero una maggiore piegatura sull’asse economico-aziendale.
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BRUSCHI:
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esprime un certo disagio, condiviso dai presenti, circa la richiesta del dott. Azzollini che azzera l’esperienza di trent’anni di sperimentazione delle scienze sociali, ma promette che su questo la rete farà una propria riflessione.
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STANCANELLI:
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ricorda a tutti l’importanza dello stage non come alternanza scuola-lavoro ma come luogo di esperienza transdisciplinare che coinvolge l’intero Consiglio di classe.
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