La ragione principale che ha spinto i fondatori a dare vita a una nuova associazione si riconduce al desiderio di mantenere vivo l’interesse per un campo culturale che in questa fase storica pare segnare il passo, il campo degli studi storico-sociali. In particolare il concetto del ‘sociale’ scompare dai documenti e, in ambito accademico, dagli elenchi delle parole-chiave su cui si stanno organizzando le discipline, nonostante la loro enorme e poco giustificata moltiplicazione. Un ulteriore segno di questa flessione sembra provenire dagli scaffali piuttosto poveri delle librerie, e non solo delle librerie italiane.
Il liceo delle scienze umane presente nei nuovi ordinamenti necessita di un robusto lavoro di analisi e di ampio confronto culturale per dare alle scienze umane una solidità epistemologica credibile e un valore formativo capace di contribuire a cercare risposte di senso sull’agire umano in società.
E’ probabile che nella cultura italiana le scienze umane e sociali non siano mai entrate come un significativo paradigma interpretativo del mondo contemporaneo. Ma forse vanno anche considerati i mutamenti del contesto complessivo: la globalizzazione ha cancellato i confini tra stati, sono cambiati i modi della comunicazione, le forme tradizionali della composizione sociale e le regole dell’economia, e gli studi sociali ne hanno risentito per primi, com’è ovvio.
Noi che proveniamo da un’esperienza di insegnamento di queste discipline nella scuola secondaria pensiamo che, al contrario, proprio questo ‘ nuovo mondo ’ abbia bisogno di strumenti interpretativi ricchi e molteplici, fortemente interrelati e che i temi del mutamento, della integrazione, dei rapporti tra i generi e le generazioni, della disuguaglianza, del lavoro, della formazione debbano ritornare al centro dell’analisi.
Una ulteriore ragione che ci ha spinto a fondare SISUS sta nella volontà di continuare una modalità di lavoro che vede lavorare insieme docenti di scuola, universitari ed esponenti del mondo culturale e delle istituzioni per costruire percorsi formativi capaci di delineare contesti di apprendimento significativi per le giovani generazioni, capaci di coniugare sapere a intervento nella realtà sociale. A questo ci richiamano, peraltro, le indicazioni del Consiglio d’Europa e a questo si riferisce gran parte della letteratura dedicata alle competenze quando parla di ‘autonomia’, ‘socializzazione’ e ‘attribuzione di senso’ come di loro principi fondamentali.
Invitiamo quindi tutti coloro che ritengono di poter contribuire a questa impresa a collaborare con noi, con interventi, articoli, definizioni, esperienze, ma anche fattivamente nella formazione dei docenti, perché sia contrastato il sentimento di abbandono così diffuso nella scuola.