Qui a destra trovi l'elenco dei documenti di riferimento della rete Passaggi.
Riteniamo la loro lettura come momento imprescindibile per stabilire un terreno di raccordo e di confronto su un piano comune, quindi ne raccomandiamo caldamente la visione.
Roma 7/2/2000
L’indirizzo di Scienze sociali, sperimentato da 168 istituzioni scolastiche nell’anno scolastico 1998-1999 e autorizzato per il 1999-2000 in altre 56 scuole (compresi nove corsi serali), raccoglie e porta a maturazione un lavoro di ricerca culturale che dura da più di vent’anni. Dal 1974, infatti, utilizzando lo strumento del DPR 419, si introducevano nelle scuole della Direzione Classica – ma anche in alcune della Tecnica – curricoli che fondavano sulle scienze umane e sociali il loro nucleo caratterizzante e aprivano la via a forme di sperimentazione di percorsi culturali e formativi fortemente caratterizzati in senso sociale.
Il Decreto interministeriale del 10 Marzo 1997, che ha soppresso il corso di studi ordinario dell’Istituto e della scuola magistrale a partire dall’a.s. 1998-99, ha previsto pure, con l’art. 3, l’istituzione di “una nuova tipologia di istituto di istruzione secondaria di secondo grado”. Il Decreto ha così concluso una fase storica aprendo, al tempo stesso, nuove e promettenti prospettive di ricerca.
Pertanto, sia i significativi momenti di ricerca scientifica e didattica sia le modifiche ordinamentali hanno portato all’affermarsi della sperimentazione del nuovo indirizzo di Scienze sociali.
Il profilo formativo dell’indirizzo delle Scienze sociali va collocato in uno scenario che pone al centro dell’attenzione la società complessa e le sue caratteristiche di globalizzazione e di comunicazione. In questo contesto la scelta delle Scienze sociali come pilastro portante di un percorso formativo colma lo iato che si era determinato tra l’assetto scolastico del nostro paese e quello di più mature esperienze europee. Il confronto internazionale, infatti, dimostra la produttività degli indirizzi di Scienze sociali nei curricoli delle scuole secondarie. Nell’attuale panorama culturale appare quindi necessario disegnare uno specifico indirizzo di studio centrato sulla conoscenza della pluralità delle culture, delle strutture e delle stratificazioni sociali, delle articolazioni normative ed economiche, dell'insieme delle dinamiche formative e della dimensione psicologica propria dei comportamenti individuali e collettivi.
La complessità e la pluralità delle culture impone, infatti, l’utilizzazione delle Scienze sociali nel loro ampio spettro. Queste, pur delineate dalla specificità dei rispettivi linguaggi, richiedono comunque di essere tra loro integrate per poter rispondere alla necessità di interpretazione di contesti problematici.
Il percorso formativo previsto dall’indirizzo di Scienze sociali si proietta verso la conoscenza del mondo contemporaneo ed è quindi fondato sugli strumenti e sui metodi per acquisire tale conoscenza. Al centro dell’apprendimento ci saranno gli esseri umani nel loro ambiente fisico, nel loro ambiente geopolitico e nella rete delle loro relazioni; gli esseri umani che vivono in società, si organizzano in strutture politico-istituzionali, creano forme di produzione economica.
Ne consegue che gli allievi dovranno impadronirsi degli strumenti concettuali e delle tecniche di analisi indispensabili per organizzare le loro conoscenze – sia quelle acquisite all’interno dell’istituzione scolastica, sia quelle elaborate nel contesto sociale di cui sono parte – nel quadro di una lettura critica del mondo contemporaneo. A questo fine concorrono le diverse Scienze sociali, ognuna contribuendo alla formazione di tale apparato metodologico e critico, con propri orientamenti e strumenti intorno a nuclei fondanti atti a consolidare le specificità e al tempo stesso le trasversalità disciplinari. In questo quadro, dare valore alla contemporaneità esige che si risalga alla “genealogia” degli avvenimenti e che si assumano i diversi contesti temporali in cui si collocano fenomeni ed eventi: esige pertanto che si esplori il passato, anche per filtrare il flusso delle informazioni che ci assalgono freneticamente per analizzarle, sceglierle, collegarle al fine di conferire loro senso e significato.
Le esperienze di osservazione e di interazione con la realtà locale svolgeranno un ruolo fondamentale per l’orientamento e per la crescita culturale nel suo complesso.
Pertanto, l’impianto concettuale di questo indirizzo richiede la conoscenza:
Il profilo dell’indirizzo consente al soggetto che esce da tale percorso di proseguire gli studi superiori o di inserirsi direttamente nel mondo del lavoro, sulla base di scelte motivate anche dalla specificità del profilo stesso. Questo è caratterizzato da una mappa di competenze così configurabile:
Dal profilo formativo qui delineato si ricavano alcuni assi culturali intorno ai quali deve essere organizzato il modo coerente e compatto il piano di studi:
A loro volta gli assi culturali si collocano all’interno di un comune orizzonte che è quello storico-antropologico, fortemente innervato da una accentuata dimensione scientifica nell'approccio ai problemi. Da ciò discende che i nuclei fondanti propri dell'indirizzo devono essere individuati tenendo presente l’evoluzione generale del pensiero scientifico e il suo impatto sulle trasformazioni della società, con particolare attenzione ai nuovi metodi della ricerca sociale.
A partire dai tre assi sopra definiti si possono quindi identificare i seguenti punti di aggregazione dei saperi all’interno dei quali i nuclei fondanti dovranno essere individuati e interrelati:
L’indirizzo così delineato comporta una ristrutturazione innovativa della didattica, nei contenuti e nei metodi, in coerenza con il processo di attuazione dell’autonomia scolastica.
Nel quadro del riordino dei cicli, il Gruppo di lavoro esprime meditatamente il parere che la collocazione più adeguata dell’indirizzo delle Scienze sociali è rappresentata dall’ambito scientifico.
Il Gruppo di lavoro per l’indirizzo delle Scienze sociali
Roma, 7 Febbraio 2000
Art. 1
Art. 2
Art. 3
Per il raggiungimento degli scopi, l' Associazione potrà usufruire di contributi erogati da enti pubblici e privati. Potrà, inoltre, stipulare delle convenzioni con enti pubblici e privati.
Art. 4
Art. 5
Art.6
Art. 7
Art.8
Nessun diritto sul patrimonio sociale spetterà al socio recedente.
La qualità di associato si perde per dimissioni (recesso); o per morosità, sancita dal Consiglio Direttivo.
Art. 9
Art. 10
Art. 11
Hanno diritto di partecipare all' assemblea tutti gli associati che risultino iscritti nel libro soci almeno un mese prima di quello fissato per l'assemblea.
Art. 12
Art. 13
L'assemblea ordinaria é validamente costituita in prima convocazione con la presenza della maggioranza dei soci e delibera con il voto favorevole della maggioranza dei presenti. In seconda convocazione é validamente costituita qualunque sia il numero dei soci presenti e delibera con il voto favorevole della maggioranza dei presenti.
Art. 14
Art.15
Art. 16
Art. 17
Le funzioni saranno assegnate all' interno del Consiglio Direttivo dagli stessi Consiglieri.
II ruolo di Presidente é affidato al rappresentante pro-tempore della scuola capofila
II Consiglio può inoltre nominare un Vice Presidente che avrà le stesse funzioni del Presidente in caso di assenza o impedimento di quest' ultimo.
Art. 18
Art. 19
Art. 20
Art. 21
Art. 22
Art. 23
Art. 24
Art. 25
L'adesione alla Rete non comporta obblighi di finanziamento o di esborsi ulteriori rispetto al versamento della quota annua associativa.
E' comunque facoltà delle scuole aderenti di effettuare versamenti ulteriori rispetto a quelli annuali.
Art. 26
Art. 27
Art. 28
(*) dal 16 luglio 2009 la scuola di riferimento della rete Passaggi è l'Istituto Manzoni di Suzzara (MN).
DOCUMENTO CONCLUSIVO
L’ Associazione di scuole in rete “Passaggi. Le Scienze Sociali in classe” e l’ Associazione culturale e professionale “SISUS- Società Italiana Scienze Umane e Sociali” hanno indetto questa giornata di lavori per i referenti e i dirigenti della rete che rappresenta 40 Licei delle Scienze Sociali di tutta Italia, nonché per i soci di SISUS allo scopo di fare il punto in un momento particolarmente delicato per la scuola secondaria.
In questa fase di transizione le due Associazioni hanno avvertito la necessità di esprimere il proprio punto di vista e la propria posizione nella consapevolezza di aver giocato e di poter ancora giocare un ruolo importante nel fare scuola; le due Associazioni sentono anche la responsabilità di sostenere e accompagnare questo nuovo indirizzo liceale che dovrà rispondere alla domanda di una cultura forte e moderna, in grado di orientare i giovani nella conoscenza della realtà complessa e nella lettura del presente senza al contempo perdere lo spessore della tradizione culturale e della dimensione storica.
Pertanto l’assemblea si ritrova concorde unanimemente nell’ evidenziare i seguenti punti.
Il ruolo di “Passaggi” e di “SISUS”, inoltre, si esplicherà nel proseguire l’ opera di approfondimento, ricerca e sperimentazione con l’ impegno e la serietà che da sempre le ha contraddistinte. Le scuole e i docenti che fanno parte dell’una e dell’altra si riconoscono nella conferma di alcune linee portanti che dovranno essere i punti di forza anche del nuovo Liceo delle Scienze Umane, specialmente, ma non solo, nell’ Opzione Economico-Sociale:
Approvato all’ unanimità il 16 luglio 2009 nell’ Aula C3 della Facoltà di Sociologia dell’ Università “La Sapienza” di Roma a conclusione dei lavori del seminario.
Criticità e problemi aperti
Il Direttivo dell’Associazione di scuole in rete “Passaggi. Le Scienze Sociali in classe” (Paola Bruschi DS di Suzzara – Mantova - scuola capofila, Mara Salvi D.S. di Ferrara, Nicoletta Clemente D.S. Roma e Luigi Mantuano delegato dalla D.S. di Sezze – Latina) e alcune esponenti dell’ Associazione culturale e professionale “SISUS- Società Italiana Scienze Umane e Sociali” (Stefania Stefanini, Maria Teresa Santacroce, Lucia Marchetti, Anna Sgherri) si sono incontrati per fare il punto della situazione alla luce della prossima emanazione dei decreti attuativi di riforma del Liceo delle Scienze Umane.
I presenti concordano nel ritenere lo scenario caratterizzato da grande incertezza e provvisorietà politica ed amministrativa. La commissione istituita a livello Ministeriale per il Liceo delle Scienze Umane si è riunita due volte prima dell’estate e non è stata più convocata; ciononostante il ministro ha recentemente ribadito che la riforma andrà in vigore dal 2010.
Pur in un quadro di così grande incertezza il gruppo di lavoro di Passaggi e SISUS ritiene di dover proseguire le sue riflessioni sul Liceo delle Scienze Umane e offrire la sua collaborazione per elaborare ipotesi di possibili soluzioni ai problemi di natura epistemologica, didattica, organizzativa ancora aperti o che potrebbero presentarsi in seguito.
Nel corso della discussione vengono sottolineate alcune criticità:
L’opzione economico-sociale deve comunque essere pensata come articolazione di una matrice più generale, che è il liceo delle scienze umane: pertanto diventa fondamentale un chiarimento epistemologico sul rapporto e sulla differenza tra scienze umane e scienze sociali per poter giungere a un profilo unitario che contenga entrambe le opzioni;
Accanto alle criticità sono da considerare problemi aperti:
L’oggetto comune di indagine – i modi della condizione umana – potrebbe essere studiato
da un lato nella dimensione umanistica e della formazione della persona, dall’altro contestualizzato nella contemporaneità in una prospettiva storico-economica, culturale-simbolica.
La Rete Passaggi da tanti anni ha investito tempo e risorse a riflettere sul profilo formativo ed è approdata ad un modello di scuola e di Licealità applicato e rielaborato attraverso seminari, convegni e pubblicazioni che, sinteticamente, potrebbe venir declinato su due piani:
un piano epistemologico che richiede:
un piano didattico che prevede:
Per le scuole della Rete lo STAGE formativo va considerato un elemento strutturale del curricolo e strategico del fare scuola. Raggiunge il suo culmine e il suo standard ottimale nel momento e nella misura in cui riesce a far confluire attorno a sé la progettazione di classe e i correlativi contributi disciplinari ad essa funzionali, nonché la valutazione del processo sia degli apprendimenti..
Lo stage si pone come mediazione tra saperi e territorio, come mediazione tra domanda di saperi ed offerta di pratiche organizzativo-decisionali: il territorio è l’offerta alla domanda di sapere. Il territorio, inteso come sistema eco-organizzato, non è una risorsa solo economica o un oggetto di consumo: per la scuola è una fondamentale risorsa epistemologica.
Per molti istituti della Rete lo stage è una pratica acquisita e divenuta parte integrante del curricolo. Occorre tuttavia che venga assunta dai Dipartimenti disciplinari e dai Consigli di classe come elemento strutturale e strategico che può migliorare in modo sensibile la proposta formativa e può agire da chiave di lettura per una revisione degli statuti disciplinari. Richiede una forte integrazione tra le diverse figure in campo: DS, DSGA e segreteria, docenti, genitori, studenti, è per tutti gli studenti e può essere svolto sia in alcuni settori accademici sia nel mondo del lavoro e nel sistema-territorio. Occorre tuttavia che risulti fortemente connesso con i nuclei fondanti del curricolo e che possa costituire un elemento da valutare anche all’esame di stato.
E’ evidente che un liceo così delineato richiede un cambiamento profondo nel modo di lavorare dei docenti, strutturazione del lavoro per team, articolazione del progetto di classe per percorsi integrati attorno ad alcuni, pochi, temi comuni; attenzione particolare alla relazione educativa e al clima di classe, buone capacità di relazione con l’esterno e conoscenza delle opportunità formative del territorio, vicino e lontano, o almeno, la capacità di individuare possibili intermediari. Un mutamento del genere coinvolge comunque anche – e soprattutto – l’immagine ordinaria che il docente ha della sua professione ed il ruolo che svolge all’interno dell’organizzazione scolastica declinata in autonomia.
In attesa di un chiarimento dell’orizzonte istituzionale verso cui stiamo ci stiamo muovendo è necessario trovare strade per mantenere il senso del fare-scuola nel solco fino ad ora tracciato grazie alla condivisione delle pratiche e alla convergenza dell’attenzione sulla didattica e sulla relazione educativa.
Una e la stessa
è la via all'in sù
e la via all'in giù.
(Eraclito, frammento 60)
|
Giovedì 8 ottobre
partecipano
Paola Bruschi (D.S. I.I.S. "Manzoni” – Suzzara, Mantova), Mara Salvi (D.S. Liceo Classico “L. Ariosto” - Ferrara), Nicoletta Clemente (D.S. I.I.S. “G. Bruno” - Roma), Luigi Mantuano (I.I.S. “Pacifici e De Magistris- Sezze, Latina), Anna Sgherri (Ispettrice MIUR), Stefania Stefanini (I.I.S. Pieralli - Perugia), Lucia Marchetti (responsabile sito Passaggi), Maria Teresa Santacroce (I.I.S. "Fiore" Terlizzi - Bari).
Venerdì 9 ottobre
Facoltà di Scienze della Formazione, Via Filippo Re, 6 - Bologna
Orario: da concordare
Coloro fra i partecipanti che si possono trattenere in questa giornata incontreranno Davide Zotti e Guido Marinuzzi (docenti referenti dell’ I.S.S. “Carducci” di Trieste) per delineare le linee portanti del Convegno Nazionale di Trieste.
Nota: le spese del viaggio saranno a carico delle rete
Il Prof. Bruschi, ha illustrato la filosofia che sottende l’ipotesi (ormai praticamente certezza) di riordino (e non di riforma) dei nuovi Licei.
È stata subito postulata la necessità di una “asciugatura” dei quadri orario, rispetto a quelli ora vigenti in tutti i tipi di sperimentazione, in vista di una “maggiore sostenibilità del carico orario annuale obbligatorio”; è stato testualmente detto: “renderli più ‘umani’, potenziando le discipline principali”.
Sono stati poi illustrati gli altri elementi caratterizzanti il provvedimento, elementi che si riferiscono a tutti i Licei, quali la costituzione dei Dipartimenti e del Comitato Tecnico-Scientifico, la finalizzazione del primo biennio all’assolvimento dell’obbligo scolastico, la declinazione dei risultati di apprendimento in conoscenze, abilità e competenze, l’introduzione dell’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera nell’ultimo anno (CLIL), ma soprattutto gli spazi di autonomia con le quote di flessibilità aumentate fino al 30% nel secondo biennio, col 20% nel primo biennio e nell’ultimo anno.
È stata ricordata anche la prospettiva di diffusione degli stages a tutti gli indirizzi, esperienza ben conosciuta e caratterizzante fino adesso il Liceo delle Scienze Sociali.
Presentati i quadri orari del liceo delle Scienze umane e dell’opzione economico-sociale, il Prof. Bruschi ha definito l’obiettivo del seminario nell’individuare eventuali nodi problematici e nel raccogliere suggerimenti e proposte in vista di modifiche al Regolamento che dovrà passare in seconda lettura ed essere emanato qualche giorno prima della pausa per le vacanze natalizie.
È iniziato quindi il dibattito che ha raccolto numerosi interventi, la maggior parte dei quali dedicati ad una rivisitazione dei quadri orari, in particolare di quello delle Scienze Umane, che appare al momento assolutamente poco caratterizzato in particolare al biennio. L’orientamento emerso, anche nei lavori di gruppo del giorno dopo, molti dei quali dedicati sempre ai quadri orario, è quello di eliminare la seconda lingua straniera (“meglio una sola lingua fatta bene, che due fatte male”) a favore del complesso delle discipline di indirizzo delle Scienze umane e del Diritto ed Economia.
Rilevante l’intervento del prof. Zamagni, docente di Economia Politica dell’Università di Bologna, che ha sostenuto la necessità di declinare l’Economia come ‘Economia Politica’, all’interno dell’insieme delle Scienze Sociali, e assolutamente non come ‘Economia Aziendale’.
In tal senso si deve dire però che il quadro orario dell’opzione economico-sociale, a differenza di quello delle Scienze Umane, è stato generalmente considerato un “gioiellino” da non toccare. Speriamo che si mantenga questo orientamento, anche se il prof. Bruschi in questa occasione, purtroppo, non è mai caduto nel lapsus di chiamarlo ‘socio – economico’, anzi qualche volta lo ha chiamato solo ‘economico’.
Altra modifica attuabile è apparsa quella relativa a lasciare l’opzione Musica/Arte in tutto il quinquennio, come già si fa adesso differenziando le sezioni
È seguito un ampio dibattito dal quale è emerso il comune sostegno al profilo dell’opzione e da nessuno è venuta una richiesta di modificare il quadro orario.
Della Rete Passaggi sono intervenuti Annamaria Di Falco (Turrisi Colonna Catania), Lucia Marchetti, Maria Luisa Quintabà (San Lazzaro di Savena-Bologna) e Franco Di Marco (Carducci di Trieste)
L’intervento di Anna Maria Di Falco, Dirigente del Liceo “G. Turrisi Colonna “ di Catania, scuola polo della rete Arethusa, con la funzione di coordinamento regionale dei Licei delle Scienze Sociali e Pedagogici della Sicilia, ha focalizzato l’attenzione sulla debolezza dell’identità del Liceo delle Scienze Umane in quanto il suo impianto risulta poco caratterizzato nelle materie di indirizzo e parcellizzato in discipline che, per l’esiguo numero di ore nel quinquennio, poco potrebbero incidere sulla formazione degli studenti. In particolare tre sono state le proposte:
Nell’intervento, inoltre, ma anche nel lavoro di gruppo coordinato dall’Ispettore Vella, si è puntualizzato con forza la necessità della formazione in servizio dei docenti sia per una formazione europea degli studenti, sia per valorizzare gli aspetti nodali della riforma, quali la valorizzazione della quota dell’autonomia e il ruolo dei dipartimenti. A tal proposito si è detto della necessità di valorizzare il lavoro svolto dalle scuole e dalle Associazioni, in particolare dalla Rete Passaggi, per quanto attiene al Liceo delle Scienze Sociali, e di far tesoro delle sperimentazioni che hanno dato negli anni buoni risultati.
Infine l’intervento si è chiuso con una richiesta di chiarimenti (che, purtroppo, non sono stati dati) circa l’assegnazione degli organici, alle singole scuole o a reti di scuole, in riferimento alla gestione della quota dell’autonomia, e con una domanda provocatoria (anch’essa rimasta senza risposta) con la quale si è chiesto al prof. Bruschi di fornire una sua opinione sul fatto, da lui esplicitamente e senza riserve affermato, che gli studenti arrivano all’università non ancora in grado di scrivere correttamente.
Lucia Marchetti ha sottolineato la particolare storia che sta dietro alle vicende di questo indirizzo e la latitanza di un governo dei cambiamenti che ha favorito il fiorire di curvature. Questa assenza è stata tuttavia colmata da un notevole lavoro dei docenti e delle scuole che si sono fatte carico di arricchire il curricolo e di operare cambiamenti in linea con le più avanzate indicazioni educative che provenivano anche dall’Europa. Da tempo nelle nostre scuole ci sono i dipartimenti, si realizzano esperienze di CLIL, si fanno stage formativi che offrono a tutti gli studenti strumenti di lettura del territorio e competenze relazionali e progettuali. Ma il problema serio è la formazione dei docenti, se non si affronta questo nodo tutto resterà inalterato e peggiorerà. Per questo motivo, ma anche per realizzare lo spirito dell’autonomia, alcuni licei delle scienze sociali si sono costituiti in Rete, la Rete Passaggi che dal 2004 si occupa di costruire proposte curricolari condivise e di formare i docenti con un lavoro di sostegno reciproco e continuo. In questo senso parrebbe opportuno dare al biennio un taglio antropologico alle scienze umane e sociali, proprio per la valenza fondante e transdisciplinare di questa area culturale. In questo senso – interdisciplinare – va inteso anche l’insegnamento del diritto-economia, come sottolineato dal prof.Zamagni che ha parlato di un’integrazione fra queste discipline e la storia e filosofia. Conclude suggerendo per il liceo delle scienze umane un profilo orientato alle scienze della formazione e della comunicazione e all’opzione un profilo orientato allo studio della condizione umana nella società contemporanea.
Maria Luisa Quintabà, Dirigente dell’I.I.S. “Mattei” di San Lazzaro di Savena (BO), riferisce della funzione innovativa svolta dalle Scienze sociali nella direzione della interdisciplinarità tra le diverse discipline afferenti alle Scienze sociali, che è riuscita spesso a contagiare anche le altre materie dell’indirizzo. Inoltre il contributo delle Scienze sociali a lavorare per competenze è un valido sostegno alla didattica per competenze, richiesta dall’Europa; all’interno di questo percorso, lo stage, realizzato in tutti i licei delle Scienze sociali della rete Demetra, che vede insieme i licei della provincia di Bologna, già collegati anche con la rete nazionale Passaggi, è stato sempre utilizzato come strumento per aiutare a rinforzare una didattica che fa lavorare gli studenti “ per problemi” e non solo intesa come trasmissione frontale di contenuti, con il contributo dato da ogni materia interna alle Scienze sociali come “ punto di vista” della realtà. Di qui l’importanza innovativa dello stage nei Licei delle Scienze sociali che si contrappone al modello tradizionale di stage degli istituti professionali e tecnici, dove l’attività esterna alla scuola viene vista come tirocinio in funzione spesso professionalizzante. Lo stage dei Licei delle Scienze sociali vede il consiglio di classe come soggetto in cui più docenti, coordinati dai docenti di Scienze sociali, partecipano al progetto, ma per fare questo è necessario sviluppare una cultura della condivisione didattica e della cultura interdisciplinare. Si teme che la riduzione delle ore di scienze sociali riduca il valore e la ricchezza dell’insieme delle discipline afferenti alle Scienze sociali.
Infine Franco Di Marco, Dirigente del “Carducci” di Trieste, nel suo intervento, facendo ulteriore esplicito riferimento al lavoro della Rete Passaggi, ha ricordato a tutti i presenti il prossimo evento del Convegno Nazionale della Rete, a Trieste alla fine di Marzo 2010.
Riportiamo infine la sintesi dei lavori di un gruppo, di quelli che si sono tenuti nella giornata del 20. Da premettere che, al di là delle intenzioni originarie degli organizzatori, quasi tutti i presenti e quindi quasi tutti i gruppi, hanno voluto lavorare sulle ipotesi di quadro orario.
Il gruppo di cui si riferisce è quello di cui è stata coordinatrice Stefania Stefanini.
Coordina Stefania Stefanini
Vengono sottolineati i punti di criticità del documento in prima lettura:
La discussione si impernia su quale è il pilastro culturale che deve caratterizzare il liceo delle scienze umane da cui deve discendere l’opzione:
Coordinate essenziali sono:
L’UOMO nella sua dimensione individuale e collettiva, nelle sue configurazione culturali, le trasformazioni geografiche, economiche e sociali in senso diacronico e sincronico ed in relazione ai diversi campi della scienza.
Il campo d’indagine dell’OPZIONE ECONOMICO-SOCIALE è la condizione UMANA NELLA CONTEMPORANEITA’, CARATTERIZZATA DALLE TRASFORMAZIONI CHE INFLUENZANO I MODELLI DI VITA PERSONALE E SOCIALE con attenzione ai modelli comunicativi. Di conseguenza l’obiettivo formativo è riflettere sulla complessità della società contemporanea.
Pertanto gli ambiti di studio sono:
quanto sopra per cogliere la relazione tra diritto, economia, mutamento sociale e culturale e dei comportamenti individuali e di gruppo.
La comprensione dell’ambiente sociale come prodotto umano solleva questioni meta-disciplinari che si possono affrontare solo attraverso una visione interdisciplinare. Anche l’economia misurandosi con i problemi della mondializzazione si è aperta ai temi del rapporto fra etica ed economia, tra economia e socialità, reddito/crescita e qualità della vita anche in termini di percezione del benessere individuale e sociale.
L’economia si confronta con la psicologia, la sociologia e l’antropologia, sulle teorie del comportamento, sul ruolo delle motivazioni intrinseche, sui conflitti di identità, mostrando un rinnovato interesse per i fenomeni sociali e riflettendo sugli aspetti controversi della teoria della scelta razionale.
Nell’ottica della dimensione umana si innesta lo studio del diritto inteso come relazione tra individuo e società ed individuo e stato.
Nel quadro orario proposto dalla prima lettura dell’OPZIONE ECONOMICO-SOCIALE si ritrova un adeguato equilibrio fra le discipline coerente con la matrice culturale sopra individuata.
Altro punto di confronto è stato la riflessione sull’ASSE DELLE DISCIPLINE CHE CONVERGONO NELLE SCIENZE SOCIALI:
Che si occupano dello studio dell’uomo e della società utilizzando metodiche di ricerca uguali nell’obiettivo, ma diverse nei metodi.
LA PROPOSTA APPARE COERENTE CON LA RICCHEZZA E COMPLESSITA’ DELLE DISCIPLINE.
Si passa a riflettere sugli spazi di autonomia da utilizzare da parte del Collegio dei Docenti in modo coerente con il quadro culturale delineato.
I nuovi strumenti dell’autonomia sono strumenti adeguati anche perché previsti nella definizione dell’organico (diritto).
La quota dell’autonomia (20% o 30%) esalta e valorizza la responsabilità professionale e progettuale degli operatori e coniuga la risposta ai bisogni educativi con le richieste del territorio. Permette, inoltre, la valorizzazione delle risorse professionali interne all’Istituzione Scolastica nel rispetto dei pilastri culturali tali da garantire gli esiti richiesti dall’esame di Stato.
A cura di Elio Parisi, Dirigente dell’I.M. “Ainis” di Messina