SCS1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE - CORSI SPERIMENTALI
Tema di: SCIENZE SOCIALI
Il candidato svolga, a scelta, due dei seguenti temi proposti:
I
«La società del denaro non coglie la bellezza del mondo e neanche il suo affanno, riduce l’uomo a un salvadanaio che si può rompere troppo facilmente, lasciando cocci. L’uomo non merita di diventare un contenitore di monete. Questa è la follia, oggi talmente diffusa da sembrare normale. Ma non lo è. [...] In questo mondo dominato dal denaro, però, vedo troppe vittime, troppo dolore nascosto dietro mucchi di valuta pregiata. Di fronte a tutto questo avrei voglia di piangere, ma prima che le lacrime mi offuschino la vista, preferisco ricordare i bisogni dell’uomo. E il punto da cui partire per ridare valore alla persona nella nostra società.
Per nessuno di questi bisogni serve il denaro. Semmai aiuta a soddisfarli meglio.»
V. ANDREOLI, Il denaro in testa, Milano, 2011
Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato esprimendo ragioni di consenso o di dissenso. Focalizzi, inoltre, la sua attenzione sui seguenti punti:
II
«Che l’uomo sia un migrante, è la sua stessa storia a dimostrano. L’uomo antico si diffonde dall’Africa orientale all’Eurasia a partire da poco meno di 2 milioni di anni fa, forse mezzo milione d’anni dopo essere entrato in scena. L’uomo moderno compare, di nuovo in Africa orientale, fra i 150.000 e 100.000 anni fa. Intorno a 60.000 anni fa inizia a colonizzare il resto del mondo, raggiungendo il punto più lontano dall’origine, la Terra del Fuoco, dopo 50.000 anni. Tutte le terre emerse, tranne l’Antartide, 10.000 anni fa sono abitate. Si calcola che vi fossero tra i 1 e 15 milioni di uomini su tutta la Terra. Benché la nostra sia una specie tra le più curiose, non è lo spirito di avventura a ispirare questa vasta migrazione; è piuttosto il successo incontrato dall’uomo nell’abitare gli ambienti più diversi, traendone i mezzi della propria sussistenza. Questo si traduce in successo riproduttivo: i gruppi umani aumentano lentamente di numero. Poiché tutti vivono di caccia e raccolta, e il cibo disponibile in ogni ambiente è limitato, l’aumento numerico fa si che, quando diviene necessario, un gruppo si distacchi dalla propria comunità e si spinga più lontano alla ricerca di nuovi territori. [...] La lingua è il parametro che individua un gruppo umano, una “tribù” in antropologia. Nel linguaggio corrente parliamo di popolazioni, ciascuna contraddistinta dalla facilità di comunicazione fra i suoi membri: il fatto di parlare la stessa lingua favorisce la comunicazione all’interno del gruppo, mentre la comunicazione con altri gruppi, anche vicini, rimane difficoltosa o impossibile. [...J La convinzione di una superiorità del proprio gruppo ingenera forme di razzismo. [.. .1 Questo secolo, o forse dovremmo dire questo millennio, porta un’onda di migrazioni che è destinata a mutare la composizione etnica del mondo. In realtà è come se diverse civiltà umane, dopo avere avuto 60.000 anni di sviluppo indipendente, ora tornassero a confluire, rimescolandosi e scambiando idee, tecnologie, stili di vita, lingue e, naturalmente, geni.»
F. CAVALLI - SFORZA, Sempre in viaggio e mai arrivati. Cosmopolitismo, in Il Sole 24 Ore, 3 aprile 2011
Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e focalizzi la sua attenzione sui seguenti punti:
III
«Si può affermare che la concezione liberale è essenzialmente competitiva, in quanto volta a mettere gli individui nella condizione massimale di autorealizzazione, perché da questo deriva un bene per tutta la società. Essa crede nella competizione e nel conflitto, perché soltanto essi possono selezionare delle aristocrazie naturali e spontanee, delle élites aperte, capaci di impedire la mediocrità di un conformismo di massa, governato amministrativamente da una routine burocratica (Tocqueville, J. S. Mill, Weber, Croce). E opportuno ricordare che, per il pensiero liberale, la teoria delle élites corrisponde a un fatto (ed è quindi empiricamente falsificabile) e non è una ideologia, mentre cade in pericolose forme di mistificazione ideologica proprio chi la nega. Rilevato il fatto, per il liberale si tratta, appunto, di massimizzare la partecipazione attraverso strutture che consentano la circolazione e la competizione fra una pluralità di élites.»
N. MATTEUCCI, Liberalismo, in AA.VV., Dizionario di Politica, dir. N. Bobbio / N. Matteucci, Torino, 1976
Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e risponda, in particolare, alle seguenti questioni:
IV
«Nel suo aspetto sociale la rivoluzione della modernità può essere riassunta in una sola parola: la parola “cittadino”. La formazione e la diffusione della maschera caratteristica del cittadino contrassegna una svolta storica che probabilmente non ha uguali. Questa trasformazione non è avvenuta dappertutto attraverso scosse rivoluzionarie; ed è possibile che le società più felici siano quelle in cui il cittadino si sostituito progressivamente e impercettibilmente al suddito. Inoltre, il fenomeno del cittadino non si può dire moderno sotto tutti gli aspetti. La sua preistoria e la sua storia remota ci riportano, attraverso la teoria cristiana, fmo alla Stoa, per i cui membri, in maggioranza greci immigrati, l’uguaglianza di diritti non ifi soltanto un problema filosofico. [...J La maschera caratteriale del cittadino dà innanzitutto ai suoi portatori il diritto alla partecipazione. I diritti civili sono possibilità di partecipazione. Quest’affermazione non va fraintesa. Oggi sappiamo infatti che ad esempio il massimo dell’ attivizzazione politica di tutti i cittadini non coincide con l’optimum, che più che essere un sintomo di rapporti democratici stabili è un sintomo di crisi. Per partecipazione non intendiamo neppure l’organizzazione forzata di ogni singolo per i fini delle pretese totali dello stato. Per questo parliamo di possibilità di partecipazione. [...]
Il carattere rivoluzionario del ruolo del cittadino consiste infatti proprio nel non poter essere esclusivo per sua natura. Cittadinanza significa in linea di principio cittadinanza per tutti. Significa che nessuno deve collocarsi nella società in modo tale da poter danneggiare il suo vicino in una misura che rappresenta una negazione della cittadinanza di quest’ultimo.»
R.DAHREND0RF, Sociologia della Germania contemporanea, Il saggiatore, 1965
Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e focalizzi la sua attenzione sui seguenti punti:
Durata massima della prova: 6 ore.
E' consentito soltanto l’uso del dizionario di italiano.
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.