intervento di Clotilde Pontecorvo alla Tavola Rotonda del Convegno “La società in classe” Latina 2013
Una funzione critica e culturale
Io ritengo che le minoranze debbano avere un ruolo propulsivo nella società più in generale. E' un discorso che riguarda pure la minoranza ebraica di cui io faccio parte, di cui mi domando sempre "a che cosa serva", la risposta riguarda la necessità di una funzione critica e culturale. Ritengo che un discorso simile valga per il vostro gruppo di docenti di scienze sociali.
Come si vede dalla vostra pubblicazione di quest'anno "La società in classe" voi avete trattato in questi dieci anni i temi più significativi per la riflessione educativa italiana sull'innovazione e il funzionamento della scuola secondaria superiore in un senso molto generale che puo' essere utile per tutti. Io lo ritenevo così già nel 2007 quando con Lucia Marchetti abbiamo presentato e commentato le esperienze didattiche delle scienze sociali nel libro edito da Marsilio.
In questo momento ripensando alla situazione della scuola italiana e al fatto che la fase più critica riguarda la scuola secondaria, come è emerso anche dal recente convegno di Context di Viterbo (Febbraio 2013), mi pare che sia molto importante che la vostra associazione e la vostra rete si dedichi primariamente alla diffusione delle vostre idee e pratiche educative e didattiche in termini generali in quanto rivolte a tutta la scuola italiana, anche al di là dell'insegnamento specifico di scienze sociali. Infatti coltivando questo tema e articolando il relativo curricolo, anche in scuole di diverso livello e diverso orientamento complessivo, voi siete riuscite ad affrontare alcuni problemi di interesse generale.
Ad esempio
Si potrebbe continuare molto a lungo, ma il senso del mio discorso è che voi come gruppo di ricerca e di autoformazione potete svolgere un ruolo formativo rivolto a tutta la scuola italiana. Per questo ritengo essenziale l'apertura della vostra rete a tutti coloro che vogliono effettivamente cambiare i contenuti e i metodi dell'insegnamento e le relative pratiche didattiche.
La questione successiva è come realizzare questa apertura e questa comunicazione. Io ho detto al convegno, in modo provocatorio, che non è più essenziale occuparsi in modo esclusivo del curricolo del vostro liceo. Volevo dire che non è più così importante il vostro "particulare" alla Guicciardini, perché è più importante che voi possiate diffondere in tutta la scuola italiana il vostro modo di fare scuola, anche verso la direzione così bene esposta a Latina da Silvano Tagliagambe, che ci ha fatto capire l'importanza di una dimensione epistemologica, che riguarda tutte le discipline e la relazione tra loro.
Io continuo a pensare che nell'elaborazione curricolare che è un obbligo pedagogico essenziale per ogni insegnante e per qualsiasi scuola, la scelta del metodo e quindi della pratica didattica resti il momento fondamentale. Quello che non mi è chiaro è con quale modalità operativa questo si possa realizzare a livello nazionale. Credo che sia buona l'idea di Giacomo Camuri di Lodi, di proporre un lavoro di analisi e riflessione sul regolamento dell'autonomia, visto che questo è comunque un obbligo di legge per tutti.
Con molti auguri di buon lavoro e di proseguimento,
vi saluto tutti con molto affetto.
Clotilde Pontecorvo