In attesa di poter riprodurre integralmente la registrazione dei lavori (in preparazione), vi invitiamo a riascoltare il saluto del Ministro dell'Istruzione, onorevole Patrizio Bianchi, il cui testo riportiamo qui integralmente*.
«Siamo tornati a Ventotene. Siamo tornati lì dove tutto è cominciato, dove si è osato sperare in un'Europa diversa, dove si è disegnata un'Europa diversa, mentre l'Europa stava attraversando il più buio dei suoi giorni, e siamo tornati qui per parlare di Educazione Civica Europea.
Che cosa vuol dire Educazione Civica? è soltanto l'indicazione delle istituzioni? è soltanto a volte anche la faticosa enumerazione dei diversi passaggi storici che hanno interessato l'Europa, o è qualcosa in più? No, è qualcosa in più.
La capacità è anche di capire cosa vuol dire oggi, oggi, in questa fase di difficile uscita dalla pandemia, in questa fase di grande trasformazione strutturale, come si partecipa alla vita dell'Europa, come ci si sente non soltanto europei, ma come si diventa europei giorno dopo giorno facendo cose, azioni, creando relazioni che attraversano le Nazioni e vanno al di là delle Nazioni. Questo credo che sia la cosa più importante, questa capacità dell'immaginare che le nuove generazioni - quella che oggi si chiama la Next Generation come il grande programma che oggi l'Europa ha inventato per superare la crisi - diventi un programma per tutti noi. Questa idea che sia possibile costruire cittadini di domani partendo da quella che è oggi l'immagine di questo carcere,che è diventato però in tutta Europa il manifesto di un'Europa che voleva uscire dalla propria prigione.
La capacità di recuperare elementi fondanti dell'Europa, che sono non solo la democrazia, ma sono anche una democrazia partecipata, sono la capacità di dare a tutti la possibilità effettiva di partecipare, a partire da un'educazione adeguata, credo che debbano essere i termini di questa Next Generation.
Next Generation non può essere soltanto un grande programma finanziario (e questo è già moltissimo); Next Generation dev'essere il modo in cui tutta Europa si rimette a pensare nel lungo periodo facendo una programmazione dei propri atti che finalmente integri le diverse economie, le diverse strutture sociali, le diverse istituzioni scolastiche.
Questo è l'impegno che ci siamo presi e l'impegno che tutti ci dobbiamo prendere in questo momento, quello di riuscire a ripensare a una scuola grande come l'Europa in cui tutti si possano muovere con pari dignità e con uguale capacità.
Questo è il lavoro che stiamo facendo con Next Generation, questo è il lavoro che il nostro Paese si è assunto di fare con questo straordinario programma, che è un programma di ricostruzione.
Come dice l'Ecclesiaste, come dice la Bibbia, c'è un tempo per tutte le cose. C'è stato il tempo per i sassi, e c'è il tempo per raccogliere quei sassi e costruire dei muri, che non siano muri di spartizione, ma che siano casa comune.
E questo è il tempo della guarigione, questo è il tempo della ricostruzione.
Si può fare soltanto tutti insieme, come cittadini europei.»
* Testo sbobinato da Fb senza la revisione dell'interessato
Vi rimandiamo altresì alle seguenti interviste :
Riccardo Pozzo, Filosofo, docente nell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Mirco Carrattieri, Direttore Istituto nazionale Ferruccio Parri
Vincenzo Padiglione, Docente di Antropologia culturale e museale